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mercoledì 26 gennaio 2011

REQUIEM PUER UNE VACHE (ATOM HEART MOTHER)

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http://www.fileserve.com/file/XucFam5/Requiem Puer Une Vache.avi

PINK FLOYD-POMPEII(CD-MP3)

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Pink Floyd: Live at Pompeii

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Pink Floyd: Live at Pompeii è un video della progressive rock band Pink Floyd, pubblicato nel 1972. Si tratta di un concerto eseguito nell'anfiteatro di Pompei in assenza del pubblico, con la sola presenza dello staff tecnico. Il film concerto è girato dal regista Adrian Maben, e resta tuttora un passaggio memorabile della storia del rock, sia per l'esecuzione in uno spazio vuoto, sia per gli effetti audio-visivi utilizzati.
TRACKLIST:
  1. Echoes, part I
  2. Careful with That Axe, Eugene
  3. A Saucerful of Secrets
  4. One of These Days
  5. Set the Control for the Heart of the Sun
  6. Mademoiselle Nobs
  7. Echoes, part II









http://hotfile.com/dl/81283929/2d6de9a/Pompeii.zip.html

PINK FLOYD-LIVE_VENEZIA 1989 (MP4)

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« Il concerto del secolo. Venezia assediata. Megaimpianto. Effetti speciali. Tutte frasi ricorrenti per presentare i Pink Floyd ed il loro spettacolo, da loro "fortissimamente voluto" (ed a loro spese!).
Ma senza mettere in discussione la musica, le atmosfere ipnotiche che i Floyd sanno creare, la loro caratura artistica, dobbiamo confessare che lo spettacolo in Tv non ha emozionato come si voleva fare. Anzi, il regista non ha saputo dare quella dimensione esatta del grande avvenimento che stava accadendo in diretta.
Un concerto su una "cattedrale" tecnologica come quella che i Floyd usano, avrebbe meritato inquadrature più globali, nulla togliendo ai bellissimi primi piani del folletto Gilmour, o del pacato Wright, o dello scatenato Mason (ringiovanito di vent'anni), o del fantastico schermo dietro i musicisti. Anche se, tutto sommato, il filmato in diretta è senz'altro migliore di quello ufficiale, forse troppo "montato", senz'altro più vivo, più reale.
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Certamente il gruppo inglese è stato sempre all'altezza della fama che si è meritato in tutti questi anni: i Pink Floyd, grazie anche all'uso di tecniche visuali, hanno portato la loro musica a dimensioni che superano il Rock vero e proprio, facendo sognare i giovani (ed i meno giovani) da 22 anni!
Le polemiche che hanno preceduto il concerto veneziano le sappiamo tutti: Venezia ha praticamente abbandonato la band inglese al suo destino, tanto che i Floyd hanno dovuto persino pagarsi le transenne per arginare la folla straripante, o far venire da Trieste sia la zattera dove avrebbero dovuto costruire il palco, sia i rimorchiatori per portarla nel Bacino di San Marco (poichè costavano di meno che a Venezia).
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L'Azienda Veneziana di Promozione Turistica inoltre ha ignorato che i Floyd non potevano che trarre vantaggi dal concerto "lagunare", mentre Venezia ha raccolto solo polemiche e panico; la Giunta Comunale Veneziana prima approva lo show, poi obbietta, quindi se ne lava pilatescamente le mani, scaricando tutto l'onere e ogni responsabilità sulle povere Prefettura e Questura; infine, la Sovrintendenza dei Beni Culturali di Venezia inchioda per quattro giorni le nostre cronache su di una questione di qualche decibel, dimostrando che per la prima volta al mondo persino una asettica unità di misura di intensità sonora può essere politicamente strumentalizzata!
Ma anche se avevano avuto l'ordine di mettere la sordina, i Pink Floyd, da veri maghi del suono, ce l'hanno fatta a farsi sentire. Da notare che, nonostante il divieto di superare i 60 decibel, lo show ha raggiunto gradualmente picchi di 90-92 decibel, mentre i sacri e famosi "foghi" del Redentore hanno superato di gran lunga i 107 decibel, cosa notata di persona dal sottoscritto!
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Con quello scenario bello da mozzare il fiato, non poteva però essere un concerto esaltante.
Un tocco al computer, il soffio di venti lontani, scrosci di temporali, echi registrati, cinguettii di stormi di uccelli, il rombo di un aereo: sono le 2145 spaccate quando i Pink Floyd hanno acceso Venezia, presentandosi uno alla volta sull'enorme palco galleggiante (mt. 90 x 30 x 25). E sulle note ormai mitiche di "Shine on you crazy diamond" è apparso lui, David Gilmour, leader della band, capelli biondi ben pettinati, la vecchia Fender al collo ed un pizzico di emozione, nonostante la lunga carriera. Ma Venezia è un'altra cosa!
Sul palco cala una specie di astronave (ve ne sono ben quattro), uno dei tanti marchingegni del gruppo, visti e rivisti nei lunghi tre anni di tour, ma che oggi prendono tutta un'altra forma. Le luci girano, tra il verde e l'azzurro, lo scenario è sempre più suggestivo: sul Bacino di San Marco vi è una distesa di barche e barchette, gondole, imbarcazioni improvvisate e una marea di gente che assiste al concerto! Sono circa 200.000 ed oltre, dicono le stime ufficiali, ma tutti sono venuti solo per una cosa: vedere il mito!
Il palco sembra essere un aeroporto, quando partono le note di "Learning to fly", ovvero, storie di voli impossibili e fantastici; dietro i musicisti c'è il grande schermo tondo, circondato da luci su cui passano immagini spiritate per accompagnare quella marea di suoni.
Dal solito show sono state cancellate una decina di canzoni, tra cui "One slip", "A new machine", e le vecchie ever-green "Us and them" e "Welcome to the machine". Cancellate anche "One of these days" e "On the run", e di conseguenza non si sono visti gli incredibili voli del gigantesco maialone rosa dagli occhi di fuoco, simbolo del potere corrotto, o dell'enorme letto volante: colpa della diretta Tv, che ha ridotto così lo show a 90 minuti appena!
Ma al potere ci sono state musica e fantasia: ed ecco "Yet another movie", con le bacchette laser di Mason, "Sorrow", con i suoi strabilianti effetti laser; ed ecco la muta dei cani rabbiosi, che sembrano uscire dallo schermo per lanciarsi contro Gilmour sul palco, sulle note iniziali di "Dogs of war"; e poi la bellissima "On the turning away", straripante di effetti colorati.
L'attenzione di tutti i ragazzi è così calamitata più dagli effetti spettacolari, che dalla musica. Frastornanti, supertecnologiche, divertenti, le trovate della band accompagnano anche i pezzi vecchi: un brivido corre lungo la schiena per "Time", sorretta dallo scampanellio di mille orologi e pendoli, rimembranze di tempi lontani. Quindi, "The great gig in the sky", con le sculettanti coriste ad improvvisare gorgheggi alternati, giusto prima della dedica a Syd Barrett, indiscusso genio e fondatore del gruppo: "Wish you were here", cantata in coro da migliaia di saccopelisti in delirio, giovani di mezzo mondo, magliette "live in Venice" dipinte e sudate, capelli lunghi, nuvole di joints fumati per infilarsi nella dimensione del favoloso mondo psichedelico!
C'è ancora tempo, e la scaletta prosegue senza soste, in un crescendo perfetto: la vecchia, ma mai sorpassata "Money", con accorgimenti d'arrangio simpatici, passaggi dal blues al reggae. Con la forza di coinvolgimento superiore al solito, i mitici tre durante lo show sembrano essere minuscoli evanescenti esseri, schiacciati da mille marchingegni di un palco grande quanto un'immensa astronave. Ed ancora, la danzante "Another brick in the wall" e "Confortably numb", fumi, laser impazziti, braccia di robot roteanti, un globo scintillante che pende sulla testa dei musicisti e che si apre, diventando un fiore d'acciaio, luminosissimo. E per finire, la chiusura trionfante e collaudata di "Run like hell", dove il palco sembra esplodere, in un susseguirsi di musica inesauribile, fumi, laser, e fuochi d'artificio, che anticipano solo per pochi minuti i veri e propri "foghi" di Venezia!
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E' la fine di un sogno dipinto, di un evento che le acque di San Marco ricorderanno a lungo, di cui si parlerà in eterno nella storia del Rock.
I vecchi Pink Floyd, signori di una certa età, festeggiano nei camerini dell'albergo del Lido con champagne e tartine. Sono tornati a calpestare la nostra terra dopo 18 anni e sono usciti soli vincitori da questa sfida con la città intera, con le sue strutture, con la sua festa.
Ed allora: "GRANDI PINK FLOYD..... POVERA VENEZIA!" »
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A cura di Stefano Tarquini - da un articolo di Stefano Tarquini per una fanzine inglese (agosto 1989).
La fotografia di inizio è stata scattata pochi minuti prima del concerto ed è apparsa su "Suono"©.
Fotografie, per gentile concessione di: Tarquini Stefano © - Didier Jeanmonod © - Marialuigia Orfanelli ©.




http://www.fileserve.com/file/Z8F3dsS

PINK FLOYD-CD

Pink Floyd Redux - A new music experience (Front)



http://hotfile.com/dl/84122515/e371079/Pink_Floyd_Redux_-_A_new_music_experience.zip.html








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http://hotfile.com/dl/84118080/2d4ea71/Pink_Floyd_-_The_Final_Cuttings_Demos_(1982).zip.html

THE STRING QUARTET-TIBUTE TO PINK FLOYD(MP4)

CLASSIC ROCK STRING QUARTET 2




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http://www.fileserve.com/file/VJA6EEa/The String Quartet-Tibute To Pink Floyd.mp4

venerdì 21 gennaio 2011

THE ORB FEATURING DAVID GILMOUR-METALLIC SPHERES (MP3)_2010

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I maestri dell’ambient e il chitarrista dei Pink Floyd, uno che di atmosfere musicali se ne intende…

Due tracce, Metallic Side e Spheres Side, per poco meno di 50 minuti di musica in cui le basi elettroniche dei The Orb diventano il tappeto perfetto su cui Gilmour ricama passaggi chitarristici (elettrici e acustici) che solo lui è in grado di fare. Ogni tanto fa capolino anche la sua voce, ma se ne potrebbe fare a meno perché ci basta quel suono per farci felici. Un progetto interessante e molto equilibrato, l’elettronica non è eccessiva e si prende gli spazi necessari prima di lasciare libertà alle improvvisazioni di Gilmour che si dimostra ancora in ottima forma, e in grado di trattare una Fender Stratocaster come pochi al mondo.
Bello e rilassante.
 
da : http://legrandirecensioni.wordpress.com/
 

The Orb Featuring David Gilmour to Release "Metallic Spheres" on October 12



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The Orb, the visionary UK 'ambient/house' collective, began to collaborate with Pink Floyd guitarist and songwriter David Gilmour after working together on a version of Graham Nash's Chicago for a charity project. Want more of a history lesson? Okay, I have it for you. Youth (aka Martin Glover), a frequent Orb accomplice, was invited to create a remix, and he and Alex Paterson, as The Orb, were so energized by the task that they continued working until it was an album-length entity. There was no stopping these two forces! Having asked Gilmour to bring his guitars to Youth's studio in South London to prolong and enrich their new creation, the trio worked up a sonic mixture in a range of styles. Thus, the Metallic Spheres project was born.
Metallic Spheres is an epic exercise, designed to be heard in two parts - 'Metallic Side' (24'48"), and 'Spheres Side' (25'09"). Each track, or side, consists of five movements. The album uniquely utilizes David Gilmour's discernable electric guitar and lap steel guitar, Alex Paterson's sound manipulation, keyboards and turntables, and Youth's bass guitar and keyboards. Metallic Spheres will be available in 3 formats: standard and 2-disc deluxe versions on CD, digital download and 180-gram vinyl. The deluxe 2-CD version includes an extra disc, featuring the new '3D60™' process, which allows a 360-degree sound experience on stereo tracks without any special equipment. Please see below for more details. Moreover, the album is currently available for pre-order at Amazon.com.
Longtime Orb collaborator Simon Ghahary has created artwork, continuing and expanding on The Orb's spatial art style. Additionally, special laser light shows created specifically for the release of Metallic Spheres will be shown to the public in early October in New York and Los Angeles. More details to follow.
The Orb's Alex Paterson says, "It's a collision that's been waiting to happen with Pink Floyd / David Gilmour and The Orb orbiting many of the same planets."
The Orb, built around mainstay Alex Paterson, formed in London in 1989 during the birth of the rave movement. Initially founded on a mutual love of Brian Eno and German electronics, The Orb at present operates with a flexible line-up of collaborators that includes producer / multi-instrumentalist Youth, well-known for his work with Paul McCartney as The Fireman, as well as his production (Crowded House, Dido) and remixes (U2, Marilyn Manson).
David Gilmour is the legendary singer, guitarist and songwriter with Pink Floyd, whose most recent solo was album On an Island.
 
da : http://www.artistdirect.com/


 
 
http://www.fileserve.com/file/FbT2jgC/ORB, The feat. David Gilmour 2010 Metallic Spheres.zip










 
 
 
 
 
 
 
 

giovedì 20 gennaio 2011

PINK FLOYD-LIVE 8

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Recensione di Guido


Si ricomincia, dal battito del cuore, quell’inconfondibile battito del cuore sentito per la prima volta 32 anni fa su The Dark Side of The Moon. L’inquadratura si stringe sul palco e l’emozione sale, non sai più distinguere se il cuore è il tuo o quello della base. E poi esplode quel Mi minore settima che aspettavamo tutti. Eccoli i Pink Floyd, la prima inquadratura è per Roger Waters e il suo Precision nero, il volto tirato, sorride ed è visibilmente emozionato. Scorrono le prime battute sono tutti visibilmente emozionati, su tutti i segni del tempo …
Dopo Breathe, ecco Money e incominciano a sciogliersi, suonano bene, Gilmour prende quota negli assoli, adesso incominciano a divertirsi. Dal backstage spunta la testa bianca di Dick Parry che ci regala l’inimitabile solo di Sax, Mason è in forma come mai negli ultimi anni, difficile interpretare Wright poco curato dalla regia della BBC.
Poi la radio e Wish You Were Here: Roger Waters abbandona il basso per la chitarra, dice qualche parola nell’intro del pezzo:
"It's actually quite emotional standing up here with these 3 guys after all these years. Standing to be counted with the rest of you. Anyway, we're doing this for anyone who's not here. Particularly Syd."
Che tradotto suona all'incirca:
“È realmente emozionante stare qui con questi 3 tipi dopo tutti questi anni. Stare qui con il resto di voi. In ogni modo, stiamo facendo questo per chiunque che non sia qui. Specialmente Syd. ”
David e Roger cantano una strofa per uno, con Waters decisamente in crisi con la voce probabilmente rotta più dall’emozione che da altri problemi J
Gran finale poi con Comfortably Numb e non poteva essere altro che così, con il solito assolo stellare di Gilmour con Waters che a tratti cantando il pezzo a squarciagola si “dimentica” che deve suonare pure il basso.
Poi alla fine un abbraccio, meno sentito di quello che si sperava …
Già a vederli sul palco, forse tra i due eterni litiganti, quello che davvero ha messo la pietra sopra è Waters, che più volte ha cercato Gilmour con lo sguardo o avvicinandosi, ignorato per la maggior parte del tempo, anche nell’abbraccio finale Gilmour è stato richiamato con un perentorio “Come On !”.Io visto le emozioni che hanno regalato ieri sera con 4 pezzi, visto che la magia alla fine c’è ancora spero che questi due si facciano ancora qualche birra insieme e che davvero lascino perdere e tornino a far sognare la gente come solo loro sanno fare … insieme …
PS: Una citazione a Sky che ha trasmesso integralmente tutto il concerto di Hyde Park senza un inutile commeno e senza nessuna interruzione pubblicitaria, video discreto, audio stereo ottimo. Complimenti finalmente un po di rispetto per la musica.
 



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Recensione di Darkside79

Un battito, quel battito, lo riconosci subito. Un pulsare dall'incedere lento, sincopato, che ti avvolge, ti disorienta e cresce. Londra sullo sfondo risplende fra le dissolvenze di luce, si veste da sera. Riesci pure a scorgere le ciminiere della Battersea se affini l'occhio, ti perdi in un orizzonte metropolitano infinito e sorprendentemente quieto, silente, rispettoso. Come se il brulicare esterno si attutisse pudicamente, alla maniera inglese, a tributare un omaggio collettivo. E intanto quel battito sale d'intensità, si colora di voci, risate psicotiche, tintinnii di monete e suggestioni oniriche. Un ponte sonoro tra dimensioni diverse, e tu ci sei dentro, devi solo mettere il naso un pò più in là e il viaggio comincia.
Le prime note di Breathe scivolano lente, il cuore va ben al di là del ritmo pacato dell'intro, batte così forte che quasi ti viene male.
La telecamera indugia cogliendo il palco da lontano.
D'acchito, il viso di Roger. La pelle d'oca mi coglie con scariche improvvise dalle braccia alle spalle, via via sino alla schiena. Come sei invecchiato mio caro Roger, Dio solo sa l'effetto che mi fai.
Ma quegli occhi piccoli con la stessa forza viva e quel sorriso disgiusto di un tempo non glieli porti mica via. No, devi arrenderti all'evidenza. Certe sfumature di un uomo il tempo le ammacca, forse le arruginisce, certo, ma non te le strappa, non te le toglie di dosso.
Dave e Nick si cercano di continuo. Non è solo quel sorriso complice che li accomuna, ma l'intreccio continuo di sguardi, fraterni, tersi e cristallini nel loro moltiplicarsi metodicamente. "Guardaci, siamo di nuovo qui. L'avresti detto un mese fa?".
Rick rimane defilato. Ma al di là della scelta opinabile della cabina di regia, il fatto sembra quasi coerente con il suo modo d'essere. Schivo, quasi etereo, con quel sorriso dolcissimo che tradisce una palpabile incertezza emotiva, di quelle che non ce la fai a nascondere. Non c'è maschera che tenga. Lo sguardo, quello... quello tradisce sempre.
Terminato il primo pezzo, non sono ancora riuscito a ricomporre il quadro completo di ciò che ho visto, sono del tutto disorientato.
L'incipit di Money non funziona, l'impressione è che attacchino male. Mi autoconvinco che siano più emozionati di me, e mi scappa un sorriso. Intanto Nick chiude gli occhi per qualche istante, ed io ricomincio coi miei castelli in aria. Che cosa stai pensando? Dove sei di preciso, Nick? All'Ufo club, a due passi da lì, quando sognavi di uscire da uno scantinato e di diventare qualcuno? Sei insieme a Syd a Cambridge? oppure su qualche aereo per chissà dove? Quali fantasmi, figure, volti e sensazioni affollano il tuo immaginario? Alla fine c'è del tuo in questa reunion, per mille motivi. E tutti noi lo sappiamo, vanne certo.
Quando attaccano Wish you where here e Dave e Roger si palleggiano il microfono, lo sconcerto e il disorientamento mutano forma, ed un senso di folle malinconia mi pervade con forza. Eccoli lì i due fenomeni. Mi viene da scherzarci su, ma in realtà le lacrime mi stanno scavando il viso. Quante se ne sono tirate dietro negli anni non lo sanno manco loro, eppure lo noti subito che Roger è felice come un bambino. Capace probabilmente di andare oltre per qualche minuto, di nicchiare, di lasciarsi di nuovo innamorare per una frazione di vita.
Dave è totalmente rigido, abbozza un sorriso a Nick, lo fissa spesso, ma verso Roger non scorgo grandi aperture. Eddai, lasciati andare. Ha un senso pensare alle rivalità, alle ripicche, alle nuvole scure in questo momento? Brilla, brilla anche tu, aspettiamo solo te.
Sono così affamato di Floyd che all'intro di Comfortably Numb già comincio ad entrare in astinenza post concerto. Ed è in questo momento che l'orecchio prende contatto con un qualcosa di etereo che pensavo di aver lasciato impresso sui vinili d'epoca. Il Pink Floyd sound. Dirompente, sinuoso, annichilente. Così dolce e perfetto che lacera, così emozionale e pregnante che squarcia ogni resistenza. Questa canzone per me vuole dire tante cose, e non tedierò nessuno sul perchè e il percome. Ma fatico anche solo a tenere gli occhi aperti perchè le lacrime ormai hanno preso il sopravvento, e lascio che sia la musica a parlare, mettendomi le mani davanti al viso in stato di commozione irrefrenabile.
Lo sento, lo sento che il solo di Dave si avvicina. E' una sensazione paralizzante, di quelle che se non sai è inutile spiegare. Quando irrompe ho il coraggio di togliermi le mani dal viso e assisto inerme all'ascesa di un uomo alla stregua di un angelo, lassù, sempre più in alto, come se il mondo per un istante fosse ai suoi piedi. Una lunga apnea fino alla rullata conclusiva, un momento di catarsi totale di quelli che porti dentro tutta la vita, roba che ti svegli la mattina e ce l'hai ancora lì davanti, inamovibile, impossibile da cacciare via.
Impari a conviverci, sai? Come con l'immagine dei quattro che si abbracciano per un ultimo e indimenticabile flash conclusivo. Risuona come il The end dei film a cinque stelle, mica avanspettacolo da cinema Ritz. Una traettoria che ha compiuto il suo ultimo segmento, l'ultimo anelito di un sogno lungo una vita. Un anelito che li ha consegnati alla leggenda, che ci ha fatto vibrare i cuori ancora una volta, che ci ha fatto tornare tutti bambini per una breve parentesi che ha il sapore d'eternità.
Sono sensazioni vere, romantiche. Sentimentali evoluzioni dell'anima e del cuore a ritmo con le vostre melodie, che accompagnano le nostre esistenze da sempre.
Ci aiutano a crescere, ci insegnano a sognare, ci spingono a lasciar parlare il cuore. In certe parentesi di vita ci aiutano anche a vivere...
E scusate se è poco...
 



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Recensione di Federico

E' mezzanotte passata, sono appollaiato sulla sedia, a sinistra il monitor del pc, live 8 in streaming -vai a fidarti della rai- dall'altra parte raitre, volume più basso. Mentre su raitre va in onda la registrazione di Mariah Carey, finalmente appare una scritta che annuncia l'imminente esecuzione dei Floyd, non ce la faccio più, sono tesissimo. Improvvisamente dal pc inizio a sentire Il Battito e vedo il palco inquadrato da lontano... pensiero velocissimo -eh cazzo, te pareva, han perso l'inizio...- subito in tv sparisce la Carey e appare il volto di Roger, quasi mi viene un coccolone...
Mi sdraio quasi sulla sedia e seguo David...-Breathe, breathe in the air..don't be afraid to care- non ce la faccio, ho la voce rotta dall'emozione e un groppo in gola...piango, a scatti. Roger, l'ex duro di casa, è emozionatissimo, sorride e si muove molto sul palco, spesso cercando David, con lo sguardo. Mr. Gilmour è lì, come al solito impeccabile, emozionato anche lui, ma non lo da a vedere. Arriva il basso che segna l'inizio di Money... mi sorprendo di non vedere Roger al microfono, magari insieme a Dave...
Da Hyde Park alla Battersea Power Station, inquadrata durante l'esibizione... altra emozione. Poi ecco Wish You Were Here, con Rog che si avvicina al microfono: -This is quite emotional, standing up here with all these guys after all these years, being counted with the rest of you. This is for those who aren’t here.. particularly Syd- (È piuttosto emozionante stare qui con questi tre amici dopo tutti questi anni, essere qui con tutti voi. Comunque, questa cosa è per quelli che non sono qui, in particolare per Syd.)
L'entrata del bassista in Wish You Were Here mi ha intenerito, non sembra veramente quello di The Final Cut... poi è arrivata Lei, Comfortably Numb, con Ruggero a cantare, così come mancava da troppo, così come deve essere. Rick inquadrato ben poche volte (chissà se per richiesta sua o cosa), impeccabile ed emozionato anche lui, Nick, che chiude gli occhi per riaprirli lucidissimi... Roger che si lascia andare e per alcuni momenti si dimentica il basso..
Poi arriva l'Assolo -sì, con la A maiuscola-, David si toglie la Stratocaster e Ruggero Acque, cenno della mano -Come on..!- tutti insieme per abbracciarsi...

 
da : http://www.pinkfloydsound.it/
 



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martedì 18 gennaio 2011

PINK FLOYD-GREATEST HITS_2010 (MP3)

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Cd 1:

1. In The Flesh – The Wall
2. One Of These Days – Meddle
3. The Happiest Days of Our Lives – The Wall
4. Another Brick in the Wall, Pt. 2 – The Wall
5. The Fletcher Memorial Home – Final Cut
6. Comfortably Numb – The Wall
7. Us and Them – The Dark Side of the Moon
8. Final Cut – Final CutThe
9. Money – The Dark Side of the Moon
10. Time – The Dark Side of the Moon
11. Run Like Hell – The Wall
12. Sheep – Echoes
13. Echoes – Echoes

Cd 2:

1. Shine on You Crazy Diamond, Pts. 1-5 – Wish You Were Here
2. The Hero’s Return – Final Cut
3. Hey You – The Wall
4. Wish You Were Here – Wish You Were Here
5. Mother – The Wall
6. The Gunners Dream – Final Cut
7. The Great Gig in the Sky – The Dark Side of the Moon
8. Young Lust – The Wall
9. Have a Cigar – Wish You Were Here
10. What Do You Want from Me – The Division Bell
11. On The Turning Away – A Momentary Lapse Of Reaso
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12. Take It Back – The Division Bell
13. Learning To Fly – A Momentary Lapse Of Reason
14. High Hopes – The Division Bell





http://www.fileserve.com/file/GpHFT2q/Pink Floyd-Greatest Hits_2010.zip

sabato 15 gennaio 2011

THE DARK SIDE OF THE MOON-PINK FLOYD (LI VE)

A spectacular concert from Pink Floyd
Pink Floyd: The Dark Side Of The Moon on Sky Arts
In 1994, following the release of their album The Division Bell, legendary progressive-psychedelic band Pink Floyd set out on a massive international P.U.L.S.E tour. As part of their set, the group began playing their classic 1973 album the complete live performance of The Dark Side of the Moon for the first time ever.

Renowned for their hallucinatory special effects and lighting schemes, this 20 camera show does not disappoint. Pink Floyd goes all out at this spectacular concert from Earl’s Court, London, England, with additional lasers and lighting brought in especially for the filming.
Directed by David Mallet, this show captures the mesmerising and awe-inspiring performance of The Dark Side of the Moon in its entirety.

Song list:

Speak To Me 
Breathe (In the Air) 
On The Run
Time 
The Great Gig In The Sky
Money 
Us and Them 
Any Colour You Like 
Brain Damage 
Eclipse 
Recorded at Earls Court, London on 20.10.1994
Performers:

David Gilmour
Nick Mason
Richard Wright
Sam Brown – backing vocals
Jon  Carin – keyboards and vocals
Durga McBroom – backing vocals
Claudia Fontaine – backing vocals
Richard Parry – saxophones
Guy Pratt – bass and vocals
Tim Renwick – guitars and vocals
Gary Wallis – percussion

da : http://www.skyarts.co.uk/


The Dark Side of the Moon: la copertina dell’album diventa vera


Scritto da Plainsong

Era il 17 Marzo del 1973, e arrivava nei negozi uno dei dischi più popolari ed influenti della storia della musica. L’album in questione è The Dark Side of the Moon, il nono lavoro in studio dei Pink Floyd, a tutt’oggi una leggenda della storia del rock.
Nel corso di quasi quarant’anni non sono solo le canzoni di The Dark Side of the Moon ad essere diventate oggetto di cover ed omaggi di ogni genere, ma persino l’iconica copertina dell’album, che raffigura un prisma triangolare su fondo nero, è stata rielaborata e reinterpretata da artisti di tutto il mondo.
Sky Arts Dark Side Of The Moon Tribute
Nel video qui in basso, Sky Arts offre un proprio, originalissimo tributo all’album art di The Dark Side of the Moon ricostruendo la famosa immagine su Primrose Hill, a Londra, con l’aiuto di neon e fumogeni.
Il filmato è stato creato per celebrare la proiezione, lo scorso Ottobre, di Pulse: Dark Side Of The Moon Live, una performance dal vivo della band ad Earls Court risalente al 1994. Il risultato dell’impresa è senza dubbio affascinante.




da : http://www.noantri.com/


The Dark Side of the Moon

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
 
« Dark Side of the Moon era un'espressione di carattere politico, filosofico e umanitario che doveva essere comunicata.[2] »
(Roger Waters)
The Dark Side of the Moon (intitolato Dark Side of the Moon nell'edizione CD del 1993), in italiano "Il lato oscuro della Luna", è un concept album (l'ottavo in studio) del gruppo britannico Pink Floyd, pubblicato il 17 marzo 1973 negli Stati Uniti dalla Capitol Records e il 24 marzo dello stesso anno nel Regno Unito dalla Harvest Records.[3] L'opera nacque dopo numerose sperimentazioni musicali che i Pink Floyd studiarono durante i loro live o registrazioni, ma senza le lunghe parti strumentali che erano diventate una caratteristica peculiare del gruppo dopo l'abbandono nel 1968 di Syd Barrett, membro fondatore e principale compositore e paroliere del gruppo.[2] Tra i temi del concept vi sono inclusi il conflitto interiore, il rapporto con il denaro, il trascorrere del tempo e quello dell'alienazione mentale,[4] ispirato in parte dai disturbi mentali di Barrett.[2]
L'album si sviluppò come parte del tour del 1971, in seguito alla pubblicazione di Meddle, e iniziò a essere pubblicizzato diversi mesi prima dell'inizio effettivo delle registrazioni in studio.[5] Il nuovo materiale venne migliorato e raffinato durante il Dark Side of the Moon Tour, e fu registrato in due sessioni nel 1972 e nel 1973 negli Abbey Road Studios di Londra.[6] I Pink Floyd usarono alcune delle tecniche di registrazione più avanzate dell'epoca, inclusi la registrazione multitraccia e i loop.[7] In molte tracce si usarono sintetizzatori analogici e, in sottofondo, anche una serie di interviste con la band e lo staff tecnico in forma di aforismi filosofici. Il tecnico del suono Alan Parsons contribuì alla realizzazione di alcuni degli aspetti sonori più innovativi, incluso il ticchettìo e lo scoccare degli orologi in Time.[8]
The Dark Side of the Moon fu un successo immediato, mantenne il primo posto della classifica statunitense Top LPs & Tapes per una settimana[9] e vi rimase per altre 741 dal 1973 al 1988.[10] Del disco si conoscono circa 425 edizioni differenti di vinile stampate in 46 paesi diversi[11] e, con 45 milioni di copie vendute, è quello di maggiore successo dei Pink Floyd e uno dei più venduti della storia.[12][13][14] È stato rimasterizzato e ripubblicato in due occasioni, oltre alle varie reinterpretazioni di vari gruppi musicali. Furono estratti due singoli: Money e Us and Them.
Oltre al suo successo commerciale, The Dark Side of the Moon è spesso considerato uno dei migliori album di tutti i tempi, sia dai critici sia dai semplici appassionati.
Nel 2003 è stato pubblicato Classic Albums: Pink Floyd – The Making of The Dark Side of the Moon, film documentario sulla sua realizzazione.[15]

Indice

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Antefatti [modifica]



Allestimento di The dark side of the moon nel concerto di Roger Waters presso l'Arena di Verona nel giugno del 2006
Dopo il lancio di Meddle, i membri della band si riunirono nel dicembre del 1971 per un tour in Regno Unito, Giappone e Stati Uniti. Mentre provavano in Broadhurst Gardens, a Londra, avevano in prospettiva la creazione di nuove canzoni.[16] In una riunione a casa del batterista Nick Mason a Camden, il bassista Roger Waters propose di integrare il nuovo album come parte del tour. L'idea di Waters consisteva in un disco trattante temi che «facessero arrabbiare la gente», focalizzandosi sulle pressioni che dovette fronteggiare la band per il suo stile di vita e sui problemi mentali che aveva l'ex-membro del gruppo, Syd Barrett.[17][18] Avevano già studiato un'idea simile in The Man and the Journey, un'opera musicale concettuale che suonavano durante i loro concerti del 1969. In un'intervista concessa alla rivista Rolling Stone, David Gilmour disse:[19]
(EN)
« I think we all thought – and Roger definitely thought – that a lot of the lyrics that we had been using were a little too indirect. There was definitely a feeling that the words were going to be very clear and specific. »
(IT)
« Credo che tutti pensassimo – e Roger sicuramente lo pensava – che molti dei testi che stavamo usando fossero un po' troppo indiretti. C'era decisamente la sensazione che le parole stessero per diventare più chiare e specifiche. »
In generale, i quattro membri del gruppo furono d'accordo nell'accogliere l'idea di Waters di un album basato su un unico tema come buona.[19] Il bassista e paroliere principale Roger Waters, il chitarrista David Gilmour, il batterista Nick Mason e il tastierista Richard Wright parteciparono alla composizione e alla produzione del nuovo materiale, e Waters registrò i primi demo nella sua casa di Islington, in un piccolo studio di registrazione allestito in un capanno in giardino.[20] Alcune parti dei nuovi pezzi erano estratti rimasti inutilizzati in passato: l'inizio di Breathe, ad esempio, risale a un lavoro precedente di Waters e Ron Geesin composto per la colonna sonora del documentario The Body,[21] mentre la struttura di Us and Them deriva da una composizione originale scritta per la pellicola Zabriskie Point. La band provò in un magazzino di Londra che apparteneva ai Rolling Stones, poi nel Rainbow Theatre. Inoltre comprarono un nuovo equipaggiamento, inclusi nuovi amplificatori, altoparlanti, una mixer di 28 canali con quattro uscite quadrofoniche e un impianto di luci, per un totale di nove tonnellate di attrezzature trasportate con tre camion.
Per la prima volta la band andava in tour con un album completo, però gli permise di affinare e migliorare il nuovo materiale,[22][23] che già aveva il nome provvisorio di The Dark Side of the Moon (un'allusione più alla follia[24] che all'astronomia).[25] Dato però che il titolo era già stato usato da un'altra band, i Medicine Head, il nome fu temporaneamente cambiato in Eclipse. Il lavoro fu presentato al Dome di Brighton il 20 gennaio del 1972 con questo nome, ma visto lo scarsissimo successo dell'LP omonimo, tuttavia, i Pink Floyd poterono ritornare al titolo originario.[26][27]


Il Rainbow Theatre di Londra ora è una chiesa.
Dark Side of the Moon: A Piece for Assorted Lunatics, come era conosciuto allora, fu rappresentato in presenza di un gruppo di giornalisti (e altre persone intenzionate a registrarne un bootleg) il 17 febbraio 1972 (più di un anno prima del lancio ufficiale al teatro Rainbow), con critiche molto positive.[28] Michael Wale del The Times descrisse l'opera dicendo che «...fa venire le lacrime agli occhi. È così piena di comprensione e a volte di interrogativi musicali!»,[29] mentre Derek Jewell del The Sunday Times affermò che «L'ambizione dell'intenzione dell'arte dei [Pink] Floyd è enorme».[26] Melody Maker ne fu meno entusiasta: «Musicalmente ci sono grandi idee, ma gli effetti sonori spesso mi lasciavano pensare di essere in una gabbia di uccelli dello zoo di Londra».[30] Il tour a seguire ricevette una grande accoglienza da parte del pubblico. I nuovi pezzi furono riprodotti dal vivo, nello stesso ordine in cui sarebbero poi apparsi nell'album, anche se con chiare differenze come la mancanza di sintetizzatori in tracce come On the Run, e la lettura di versi della Bibbia al posto della voce di Clare Torry in The Great Gig in the Sky.[28]
Il Dark Side of the Moon Tour tra il 1972 e il 1973 in Europa e negli Stati Uniti offrì alla band l'opportunità di migliorare la qualità delle tematiche dell'album.[31] Il 20 gennaio, durante il tour, incominciarono anche le prove negli studi inglesi, anche se in febbraio il gruppo si recò in Francia per registrare la colonna sonora del film La Vallée, diretto da Barbet Schroeder,[32] con una parentesi in Giappone. A questo seguirono date negli Stati Uniti prima che la band tornasse a Londra per cominciare le registrazioni dell'album, dal 24 maggio al 25 giugno. Dopo un'ultima serie di concerti e la pubblicazione di Pink Floyd: Live at Pompeii, la band ritornò in studio il 9 gennaio 1973 per completare l'incisione del disco.[33][34][35]

Concept [modifica]

The Dark Side of the Moon nacque dopo numerose sperimentazioni musicali che i Pink Floyd studiarono durante i loro precedenti live o registrazioni, ma senza le lunghe parti strumentali che, secondo il critico David Fricke, erano diventate una caratteristica peculiare del gruppo dopo l'abbandono nel 1968 di Syd Barrett. Il chitarrista David Gilmour, che aveva sostituito Barrett, più tardi avrebbe definito queste strumentali «quella noiosa roba psichedelica».[2] Gilmour e Waters citano Meddle del 1971 come un punto di svolta verso quello che sarebbe poi stato il disco seguente.[2]
I temi dei testi delle canzoni includono l'avarizia, l'invecchiamento, la morte e l'infermità mentale. Quest'ultimo tema prese come ispirazione il deterioramento mentale di Barrett, che era stato il principale compositore e paroliere del gruppo nei suoi primi anni.[2] L'album è conosciuto per l'uso di musica concreta e concettuale e di testi filosofici[senza fonte], come in molti altri lavori della band.
Ogni lato del disco costituisce un'opera musicale continua. Le cinque tracce di ognuno dei due lati rappresentano vari stadi della vita umana. L'album comincia e termina con un suono di battiti cardiaci, esplorando la natura dell'esperienza dell'essere umano e, secondo Waters, «l'empatia».[2] Speak to Me e Breathe insieme pongono un accento sugli elementi mondani e futili della vita, che accompagnano la sempre presente minaccia della pazzia, e l'importanza per ognuno di vivere la propria esistenza - «Non temere di preoccuparti».[36] Spostando la scena in un aeroporto, la strumentale On the Run (in cui è protagonista il sintetizzatore) evoca lo stress e l'ansia provocati dal settore dei trasporti moderno, con particolare riferimento alla paura di volare di Wright.[37] Time tratta del modo in cui il passaggio del tempo può controllare la vita di un individuo e ammonisce con veemenza coloro che sprecano tempo prezioso focalizzandosi sugli aspetti più mondani della vita. A questa traccia segue il tema del ritiro in solitudine e il rifugio nella canzone Breathe (Reprise). La prima parte termina con The Great Gig in the Sky, profonda metafora della morte. La prima traccia del lato B, Money, si prende gioco dell'avarizia e del consumismo, con un testo ironico ed effetti sonori relazionati alla ricchezza, aprendosi con il suono di un registratore di cassa e il rumore di monete sonanti. Money è stata la canzone di maggior successo commerciale dell'album e da allora è stata riproposta da molti gruppi musicali.[38] Us and Them parla dell'etnocentrismo, del confronto e dell'uso di semplici dicotomie per descrivere le relazioni personali. Brain Damage tratta della malattia mentale come risultato del porre la fama e il successo in cima alla lista delle necessità di un individuo. In particolare il verso «And if the band you're in starts playing different tunes» («e se la band in cui sei comincia a suonare diverse melodie») si riferisce allo stato mentale dell'ex-membro Syd Barrett. The Dark Side of the Moon termina con Eclipse, che espone i concetti di alterità e unità, mentre forza l'ascoltatore a riconoscere le caratteristiche comuni a tutti gli esseri umani.[39][40]

Registrazione [modifica]



Entrata principale degli Abbey Road Studios.
The Dark Side of the Moon fu inciso negli Abbey Road Studios in due sessioni tra maggio 1972 e gennaio 1973. Come capo tecnico audio fu assunto Alan Parsons, che aveva già lavorato come assistente in Atom Heart Mother e come ingegnere del suono negli album dei Beatles Abbey Road e Let It Be.[6][41] Durante le sessioni di registrazione si utilizzarono le tecniche più sofisticate dell'epoca: lo studio era in grado di mixare fino a sedici tracce, caratteristica che offriva un alto livello di flessibilità, anche se la band arrivò a usare molte più tracce, al punto che dovettero copiare i nastri.[7]
La prima traccia registrata fu Us and Them il 1º giugno, seguita sei giorni dopo da Money, per la quale Waters aveva creato vari effetti sonori sotto forma di loop di oggetti relazionati al denaro, incluse monete lasciate cadere in una scodella di ceramica. Questi effetti vennero recuperati quando il gruppo decise di creare un mix quadrifonico dell'album (Parsons in seguito si rivelò insoddisfatto del risultato a causa della mancanza di tempo e di registratori multitraccia);[41] l'incisione di Time e The Great Gig in the Sky precedette una pausa di due mesi durante la quale i Pink Floyd prepararono un nuovo tour negli Stati Uniti.[42] Questo non fu l'unico periodo di interruzione: Roger Waters, tifoso dell'Arsenal F.C., abbandonava spesso lo studio per andare a vedere giocare la sua squadra del cuore, e tutto il gruppo era solito riposare guardando Monty Python's Flying Circus alla televisione, lasciando Parsons a lavorare col materiale disponibile.[7] Gilmour smentì in un'intervista del 2003 dicendo: «A volte lo guardavamo, ma se eravamo molto occupati continuavamo a lavorare».[43][44]
Al rientro dagli Stati Uniti nel gennaio 1973, si registrarono Brain Damage, Eclipse, Any Colour You Like e On the Run, mentre venivano messe a punto le parti già pronte. Clare Torry, Lesley Duncan, Liza Strike e Doris Troy furono scelte come voci femminili in Brain Damage, Eclipse e Time, Dick Parry come sassofonista per Us and Them e Money. La band registrò anche materiale visivo con il regista Adrian Maben per Pink Floyd: Live at Pompeii,[45] e una volta terminato il lavoro in studio iniziò una tournée in Europa.[46]
Strumentazione [modifica]


Un sintetizzatore EMS VCS3.
A livello strumentale, The Dark Side of the Moon è conosciuto per gli effetti sonori metronomici in Speak to Me e i loops in apertura di Money. Nick Mason, responsabile della maggior parte degli effetti usati in tutta la discografia dei Pink Floyd, fu accreditato come unico compositore di Speak to Me,[8] brano di introduzione composto con un effetto cross-fade (usato per sovrapporre più parti, abbassando il volume di una mentre sale quello di un'altra) realizzato con frammenti di altre canzoni dell'album. Mason ne creò una prima versione in casa propria prima di realizzare quella definitiva in studio. Per l'inizio di Breathe si servirono di un accordo di pianoforte registrato al contrario;[47] gli effetti sonori di Money vennero alla luce unendo le registrazioni casalinghe di monete tintinnanti di Waters, il rumore di fogli strappati e quelli di un registratore di cassa e di una macchina calcolatrice, per creare un loop di 7 beat.[48] In alcuni casi tutti i tecnici e membri del gruppo dovettero lavorare a tutti i faders contemporaneamente per missare le complicate registrazioni multitraccia di molte delle canzoni, in particolare On the Run.[2]
Insieme alla tradizionale strumentazione rock, i Pink Floyd ricorsero anche all'uso di sintetizzatori (ad esempio un EMS VCS3 in Brain Damage e Any Colour You Like e un EMS Synthi A in Time e On the Run), oltre a suoni originali e inconsueti, come un tecnico assistente che corre nella camera di riverberazione dello studio (On the Run),[49] o una grancassa modificata in modo tale da simulare la frequenza cardiaca di un essere umano. Quest'ultimo è ben distinguibile all'inizio e alla fine del disco, ma si può sentire più sporadicamente anche in Time e On the Run;[2] la traccia audio del ticchettio e lo scoccare simultaneo degli orologi (accompagnati da una serie di rototom) all'inizio di Time fu registrata da Parsons in un negozio di antiquariato. Il risultato fu in parte inserito nell'album, sebbene l'intenzione del tecnico fosse quella di sperimentare il sistema quadrifonico.[8][50]
Voci [modifica]
(EN)
« It seemed to me really important. I have no idea why I did to have voices on this thing »
(IT)
« Mi sembrava importantissimo. Non ricordo più perché volessi delle voci qui. »
(Roger Waters[2])
Varie tracce, tra cui Us and Them e Time, sono notevoli per l'abilità che mostrano Richard Wright e David Gilmour nella coordinazione delle loro voci, molto simili secondo Roger Waters.[2] Per trarre vantaggio da ciò, Parsons perfezionò l'uso di tecniche multitraccia sulle voci e le chitarre, in modo che Gilmour potesse praticamente lavorare con se stesso. Inoltre usò effetti flanger e phaser in parti vocali e strumentali, particolari stratagemmi con il riverbero,[2] e lo spostamento dei suoni tra canali (percepibile soprattutto nella versione quadrifonica di On the Run, quando il suono di un organo Hammond B3 riprodotto da un altoparlante Leslie gira velocemente intorno all'ascoltatore).[51]


Clare Torry nel 2003.
Nei crediti compare Clare Torry, una turnista e compositrice che frequentava spesso gli studi di Abbey Road. Parsons la invitò alle registrazioni dopo aver sentito del materiale pop a cui la ragazza aveva lavorato in precedenza, con l'intenzione di farla cantare in The Great Gig in the Sky; la Torry subito rifiutò l'offerta perché voleva andare a vedere Chuck Berry suonare all'Hammersmith Odeon, ma con il gruppo stabilì che sarebbe passata in studio la domenica seguente. I Pink Floyd le spiegarono il concetto che caratterizzava l'album, ma non seppero dirle quello che avrebbe dovuto fare esattamente. Con Gilmour responsabile di quella sessione Clare Torry improvvisò, in una sola notte, una melodia vocale senza testo che avrebbe accompagnato l'assolo di pianoforte di Richard Wright. All'inizio si sentì imbarazzata per la sua esuberanza in cabina di registrazione e volle scusarsi con la band, ma non si era ancora resa conto che tutti erano rimasti estasiati dalla sua prestazione.[52][53] In seguito si modificò il nuovo materiale per realizzare la versione usata poi nell'album.[19] Clare Torry ricevette un compenso di appena 30 sterline per il suo operato,[52] ma nel 2004 citò in giudizio sia i Floyd che la EMI per le mancate royalty dovutele per il contributo, affermando di essere co-autrice di The Great Gig in the Sky insieme a Richard Wright.
I tribunali di giustizia britannici diedero ragione alla cantante, anche se l'accordo economico al quale giunsero le due parti non fu mai rivelato al pubblico.[54][55] Tutte le edizioni dal 2005 in avanti accreditano The Great Gig in the Sky sia al tastierista dei Floyd che a Clare Torry.[56]
Altra particolare caratteristica di The Dark Side of the Moon sono le voci che si possono sentire lungo tutta l'esecuzione. Durante le registrazioni, Waters reclutò il personale e gli altri presenti nello studio per rispondere ad alcune domande stampate su dei cartelloni: gli intervistati rispondevano davanti a un microfono in una stanza con poca luce,[57] dove gli venivano mostrate una serie di domande prima molto semplici (riguardanti, ad esempio, il colore o il piatto preferito), per poi passare ad altre più complesse attinenti al tema centrale dell'album.
« La gente che non viene mai intervistata è quella che dice le cose più interessanti. »
(David Gilmour[2])
La domanda «quando è stata l'ultima volta in cui sei stato violento?» era seguita immediatamente da «avevi ragione?».[2] Roger "The Hat" Manifold, manager per le tournée dei Pink Floyd, fu l'unico a essere intervistato in modo convenzionale, poiché in quel momento non si trovavano i cartelloni. Quando gli fu chiesto del momento in cui era stato violento con un altro conducente, Manifold rispose «...gli diedi una scossa breve, rapida e potente...» («... give 'em a quick, short, sharp shock ...»), e sul tema della morte affermò: «Vivi oggi, perché domani potresti non esserci più. Questo sono io» («Live for today, gone tomorrow. That's me»).[58]
Un altro tecnico, Chris Adamson, che era in tour con il gruppo, registrò l'accesa discussione che apre l'album con la frase: «Sono stato pazzo per anni, troppi anni» («I've been mad for fucking years, absolutely years»);[59] il road manager della band, Peter Watts (padre dell'attrice Naomi Watts),[60] contribuì con le risate che si sentono in Brain Damage e Speak to Me; il monologo sui «tipi che vagavano in cerca di botte» («geezers who were cruisin' for a bruisin») fu opera della seconda moglie di Peter, Patricia "Puddie" Watts;[61] le frasi «Io non ho paura di morire, ogni momento è buono, non m'importa. Perché dovrei aver paura di morire? Non ce n'è motivo, prima o poi bisogna andarsene» («I am not frightened of dying, any time will do, I don't mind. Why should I be frightened of dying? There's no reason for it, you've got to go sometime», in The Great Gig in the Sky) e «non c'è nessun lato oscuro della luna, davvero. In realtà è tutta scura» («there is no dark side in the moon, really. As a matter of fact it's all dark», in chiusura del disco) sono del portiere irlandese degli studi di Abbey Road, Gerry O'Driscoll. Furono intervistati anche Paul McCartney e la moglie Linda, ma le loro risposte alla fine non vennero inserite nell'album perché, a detta di Waters, si erano «troppo sforzati di essere divertenti» («trying too hard to be funny»).[62] Henry McCullough, allora con McCartney negli Wings, pronunciò la famosa frase «non lo so, ero veramente sbronzo in quel momento» («I don't know, I was really drunk at the time»), che compare tra Money e Us and Them.[63]
Rifinitura [modifica]
Dopo aver terminato le interviste, la band assunse il produttore Chris Thomas per procurarsi «un paio di orecchie fresche». Il suo passato riguardava più il campo musicale che quello dell'ingegneria. Aveva lavorato con il produttore dei Beatles, George Martin, ed era conosciuto dal manager dei Pink Floyd, Steve O'Rourke.[64] I quattro membri del gruppo avevano opinioni discordanti riguardo al missaggio finale, con Waters e Mason che preferivano un mix "secco" e "pulito" dando maggiore spazio agli elementi non musicali, al contrario di Gilmour e Wright che volevano optare per uno più delicato e con più riverbero.[65] Più tardi Thomas smentì tali disaccordi, dicendo «non c'erano differenze di opinione tra di loro, non ricordo Roger dire una sola volta di volere meno eco. Infatti, non c'era nessun indizio che dicesse che avrebbero litigato. C'era un'atmosfera molto creativa, ci si divertiva molto.»[66] Sebbene non si conosca la verità, ciò che venne alla luce grazie al suo intervento lasciò soddisfatti sia Waters che Gilmour. Thomas fu responsabile di vari cambiamenti significativi nell'album, come l'eco usato in Us and Them. Fu anche presente alla registrazione di The Great Gig in the Sky, anche se fu Parsons ad assumere Clare Torry.[67] In un'intervista del 2006, quando gli fu chiesto se avesse perseguito i suoi obiettivi, Roger Waters rispose:
(EN)
« When the record was finished I took a reel-to-reel copy home with me and I remember playing it for my wife then, and I remember her bursting into tears when it was finished. And I thought, "This has obviously struck a chord somewhere", and I was kinda pleased by that. You know when you've done something, certainly if you create a piece of music, you then hear it with fresh ears when you play it for somebody else. And at that point I thought to myself, "Wow, this is a pretty complete piece of work", and I had every confidence that people would respond to it. »
(IT)
« Quando la registrazione fu terminata portai una copia a casa e la feci ascoltare a mia moglie. Ricordo che si mise a piangere. A quel punto pensai «questo ha sicuramente toccato una corda da qualche parte», ed ero contento di questo. Sai, quando hai fatto qualcosa, di sicuro se hai creato un'opera musicale, quando poi la fai ascoltare a qualcun altro la senti con un orecchio diverso. E fu in quel momento in cui mi dissi «wow, questo è un lavoro abbastanza completo», e avevo molta fiducia del fatto che la gente avrebbe risposto.[68] »

Pubblicazione [modifica]



Un'esibizione dal vivo di The Dark Side of the Moon a Earls Court, poco tempo dopo la pubblicazione nel 1973. (da sinistra) David Gilmour, Nick Mason, Dick Parry, Roger Waters
Dato che la versione quadrifonica dell'album non era ancora completa, la band (a parte Wright) non presenziò alla conferenza stampa tenutasi al London Planetarium il 27 febbraio.[69] I giornalisti trovarono al posto dei musicisti quattro loro sagome in cartone a grandezza naturale, e assistettero alla presentazione della versione stereo con un sistema audio di bassa qualità.[70][71] In generale, comunque, la stampa ebbe reazioni molto positive; Roy Hollingworth di Melody Maker definì il lato A «...così confuso che era difficile da seguire», ma elogiò la seconda parte.[72] Steve Peacock, di Sounds, scrisse: «Non mi interessa se nella vostra vita non avete mai sentito una nota dei Pink Floyd. Consiglio The Dark Side of the Moon a tutti senza riserve».[70] Nella sua recensione del 1973 per Rolling Stone, Lloyd Grossman descrisse Dark Side come «un bell'album con ricchezza concettuale e strutturale, che non solo attira, ma pretende partecipazione e coinvolgimento».[73]
The Dark Side of the Moon uscì prima negli Stati Uniti, il 10 marzo 1973, poi nel Regno Unito due settimane dopo. In Inghilterra e nell'ovest europeo ottenne un successo immediato;[70] dopo un mese aveva vinto il disco d'oro negli Stati Uniti e nel Regno Unito.[74] Durante il mese di marzo del 1973 il gruppo lo inserì nella scaletta del suo tour statunitense, inclusa un'esibizione a Radio City Music Hall di New York il 17, alla quale assistettero 6.000 persone. Tra gli effetti speciali era incluso un aereo lanciato dal fondo della sala alla fine di On the Run che si "schiantava" sul palcoscenico in una nuvola di fumo arancione. Il disco raggiunse il primo posto della classifica degli album più venduti di Billboard il 28 aprile 1973,[75] e ottenne un successo tale che la band dovette tornare in tour due mesi dopo.[76]
Etichetta [modifica]
Gran parte del successo ottenuto immediatamente negli Stati Uniti è dovuto all'impegno della casa discografica statunitense dei Pink Floyd, la Capitol Records. Bhaskar Menon, nominato presidente poco tempo prima, cominciò cercando di compensare le vendite relativamente scarse di Meddle del 1971, mentre la band e il manager O'Rourke stavano silenziosamente trattando col presidente della CBS e della Columbia Records Clive Davis, poiché The Dark Side of the Moon era l'ultimo lavoro che i Pink Floyd avrebbero dovuto pubblicare per obbligo di contratto. L'entusiasmo di Menon per Dark Side era tale che imbastì una colossale campagna pubblicitaria, che includeva anteprime radiofoniche di Us and Them e Time.[77] In alcuni Paesi (specialmente nel Regno Unito) i Pink Floyd non pubblicavano un singolo dal 1968, anno di Point Me at the Sky; dopo cinque anni di "silenzio", il 7 maggio 1973 uscì il singolo di Money[69] (con Any Colour You Like sul lato B), che nel luglio dello stesso anno raggiunse il tredicesimo posto della Billboard Hot 100.[78]
Alle radio fu recapitata una versione promozionale (mono e stereo) del singolo: mentre la versione mono aveva la parola bullshit ("stronzata") solo in parte (bull), quella stereo conteneva la canzone incensurata, ma ai disc jockey era stato chiesto di disfarsene.[79] Il 4 febbraio 1974 usci un doppio lato A con Time e Us and Them.[80]
Gli sforzi di Menon per assicurarsi un rinnovo contrattuale col gruppo furono vani; all'inizio del 1974, i Pink Floyd stipularono con la Columbia un accordo da un milione di dollari, mentre in Inghilterra e nel resto d'Europa continuarono a essere rappresentati dalla Harvest Records.[81]
Riedizioni e rimasterizzazioni [modifica]
Nel giugno 1979 la Mobile Fidelity Sound Lab pubblicò una riedizione di The Dark Side of the Moon in LP,[82] e nell'aprile 1988 nel loro formato Ultradisc dorato.[83] La EMI pubblicò il formato CD (all'epoca una novità) nel 1984 e nel 1992 nel cofanetto Shine On.[84] Questa versione tornò rinnovata nei negozi l'anno dopo in occasione del ventesimo anniversario, con la copertina disegnata da Storm Thorgerson.[85]
Pare che sulle copie in CD più recenti sia udibile una versione orchestrale di Ticket to Ride dei Beatles, durante le battute finali dell'album. Ciò può essere il risultato di un errore di rimasterizzazione,[56] poiché non si sente nelle prime versioni in vinile.
Sebbene fosse commissionata dalla EMI, la band non appoggiò mai l'edizione quadrifonica del 1973; tuttavia ne uscì un'altra rinnovata, in occasione del trentesimo anniversario del disco nel 2003. Con un po' di sorpresa, il gruppo scelse di non usare il mix quadrifonico di Alan Parson del 1973, ma si affidò a James Guthrie per crearne uno nuovo per il formato SACD.[41][86] Guthrie collaborava con la band dai tempi di The Wall e aveva già lavorato alle versioni quadrifoniche di quest'ultimo e di In the Flesh di Roger Waters. Nel 2003 Alan Parsons espresse un giudizio generalmente positivo sul lavoro di Guthrie, nonostante qualche critica (in particolare a On the Run).[41] Il mix di The Great Gig in the Sky fu tra quelli più apprezzati da Parsons:
(EN)
« I tip my hat to James for sorting out the correct bits of Clare's vocals. And he has improved on the stereo mix, which is a bit wishy-washy. The stereo is heavy on the Hammond organ, and Clare's a little too far down. In my quad mix, the Hammond is barely there, which shows you I really wasn't being faithful to the stereo mix. The quad sounds pretty good, but James still has the edge. His mix is definitely cleaner, and he's brought Clare out a bit more. »
(IT)
« Mi tolgo il cappello per James e la sua abilità nell'aver sistemato correttamente i pezzi della voce di Clare. E ha perfezionato la versione stereo, che è un po' spenta. Lo stereo è pesante sull'organo Hammond e Clare è un po' troppo lontana. Ma nella mia versione quad l'Hammond si sente appena, e ciò dimostra quanto non fossi fedele alla versione stereo. Il mio lavoro suona ancora abbastanza bene, ma quello di James è in vantaggio. Il suo mix è decisamente più pulito, e ha fatto risaltare un po' di più la voce di Clare.[87] »
La nuova versione del trentesimo anniversario vinse quattro Surround Music Awards nel 2003.[88] Nel 2003 ci fu anche una ristampa di The Dark Side of the Moon in vinile (a cura di Kevin Gray della AcousTech Mastering) che includeva gadgets leggermente diversi da quelli contenuti nella prima edizione, oltre a un poster del trentennale del disco.[89] Nel 2007, per celebrare i quarant'anni dalla fondazione dei Pink Floyd, l'album venne incluso nella raccolta Oh, By the Way,[90] e su iTunes ne uscì una versione DRM gratuita.[91]
Confezioni [modifica]


Schema di un prisma triangolare con la dispersione della luce, molto simile a quello della copertina di The Dark Side of the Moon.
Long playing [modifica]
The Dark Side of the Moon fu pubblicato inizialmente in formato vinile con una copertina pieghevole, disegnata dalla Hipgnosis e George Hardie, che mostrava un prisma triangolare rifrangente un raggio di luce sul fronte. La Hipgnosis aveva già disegnato varie copertine per la band con risultati controversi; la EMI non aveva gradito le immagini di Atom Heart Mother e Obscured by Clouds, poiché si aspettavano disegni più tradizionali con lettere e caratteri, ma i disegnatori poterono ignorare le critiche perché sotto contratto con il gruppo. Per The Dark Side of the Moon Richard Wright gli chiese qualcosa di più elegante, pulito e di classe.[92] La compagnia artistica presentò sette disegni, ma i quattro membri del gruppo scelsero senza discussioni quello del prisma, opera di Hardie e ideato da Thorgeson durante una sessione di brainstorming con Powell. Esso rappresenta tre elementi; l'illuminazione dei concerti della band, i testi delle canzoni e la volontà di Wright di un progetto "semplice e audace".[2] Il fascio di luce nell'immagine ha sei colori, escludendo l'indaco dalla tradizionale divisione della sequenza in rosso, arancione, giallo, verde, blu, indaco e viola, e prosegue lungo tutto l'interno della confezione dividendola orizzontalmente in due parti: in quella inferiore compaiono i testi delle canzoni mentre in quella superiore vi è l'elenco delle tracce e i crediti; la linea verde si muove come un elettrocardiogramma (soluzione grafica suggerita da Roger Waters).[93][94] Le linee di colore proseguono anche sul retro della copertina dove entrano in un altro prisma rovesciato,[94] voluto da Thorgeson per facilitare la disposizione del disco nei negozi,[95] dal quale usciranno come un raggio di luce bianca, che prosegue poi fino a ricongiungersi con quello sul fronte.[94]
Il titolo non compare mai sulla cover ma soltanto sul disco, all'interno di un prisma trasparente.
All'interno della confezione pieghevole si trovavano degli adesivi e due poster,[94] uno con immagini della band in concerto con lettere sparse a formare la scritta "PINK FLOYD", l'altro con una fotografia agli infrarossi delle Piramidi di Giza (che erano anche il soggetto degli adesivi) creata da Powell e Thorgeson.[95] Nel 2003 VH1 posizionò la copertina al quarto posto della sua classifica delle migliori copertine di tutti i tempi.[96]
Compact disc [modifica]
La copertina della prima edizione su CD, pubblicata nel 1984 su etichetta EMI-Harvest,[97] rispecchia in scala quella originariamente prevista per il disco 33 giri, con l'aggiunta in alto a destra di un cerchio bianco contenente nome del gruppo e titolo, che compaiono anche in costa. Sul retro è presente la stessa immagine che compare sulla cover del vinile, anche se in scala leggermente diversa, e più grande rispetto alla copertina anteriore. Il libretto contiene i testi delle canzoni.
La seconda edizione su CD (quella attualmente in vendita) è stata presentata nel 1994.[97] In questa versione sia il nome della band sia il titolo (senza l'articolo iniziale, come nella prima edizione su stesso formato) compaiono solamente in costa. Il fronte presenta un prisma non più trasparente ma opaco, nel quale entra un raggio di luce bianca che viene in parte riflesso dalla superficie. Il fascio di colori dell'arcobaleno (ora tutti e sette) in uscita non costituisce più una linea guida lungo le 22 pagine del booklet anche se compare in basso a pagina 19 e 20, dove c'è una foto di gruppo dei Pink Floyd e, come nel vinile, la linea verde simula un elettrocardiogramma.
Le prime quattro e le ultime due pagine del booklet riportano foto della band e delle Piramidi egiziane. Le restanti 14 sono dedicate a due a due alle canzoni dell'album e riportano il testo e un'immagine di sfondo il cui colore è diverso per ogni canzone, sempre secondo l'ordine dei sette colori dell'arcobaleno. Sul retro del libretto e della confezione e sul CD sono riprodotti diversi piccoli prismi attraverso i quali passano raggi di diversi colori.
Super Audio CD [modifica]
L'immagine di copertina del Super Audio CD, uscito trent'anni dopo la prima edizione in vinile,[97] fu opera di vari disegnatori, incluso il fedelissimo Storm Thorgerson. Essa è composta da una fotografia di una vetrata costruita per riprodurre la figura del progetto originale.[94] Al posto dei colori opachi vennero usati vetri trasparenti, tenuti insieme da strisce di piombo. L'idea fu ispirata dal «senso di purezza nella qualità sonora» della versione surround, e l'immagine creata con l'intento di essere «la stessa ma diversa, tale che lo stile fosse chiaramente quello di Dark Side, ancora il caratteristico prisma, ma che fosse diverso e quindi nuovo».[85] Sulla costa della confezione compaiono ancora il nome della band e il titolo con il The davanti.
L'interno del booklet riporta immagini riferite alle precedenti edizioni del disco o alla band.[94] Il retro riporta il dettaglio dell'angolo a destra del prisma con i colori in uscita,[94] ulteriormente ingrandito sul CD, dove è in risalto il punto di contatto del prisma con i colori. L'interno della confezione, al di sotto del disco, mostra una nuova vetrata contenente il prisma: lo sfondo è grigio tranne all'interno del poliedro, dove è nero. Anche il retro della confezione, oltre ai titoli delle canzoni, riporta alcuni dettagli del fronte.

Vendite [modifica]

« ... Penso che quando fu terminato, tutti pensavamo che fosse la cosa migliore che avessimo mai fatto fino ad allora, e tutti erano molto soddisfatti, ma non è che qualcuno lo considerasse cinque volte migliore di Meddle, o otto volte migliore di Atom Heart Mother, oppure lo valutasse per il numero di copie che esso ha di fatto venduto. È stato... non solo un buon album, ma anche nel posto giusto al momento giusto. »
(Nick Mason[98])
The Dark Side of the Moon divenne uno degli album più venduti di tutti i tempi,[99] (senza contare raccolte e colonne sonore), ed è tra le prime 25 posizioni degli album più venduti negli Stati Uniti d'America.[56][100] Anche se la permanenza al primo posto durò solo sette giorni, è tuttora presente nella Billboard 200 con 773 settimane di permanenza[101] (di cui 741 consecutive),[10] alle quali si sommano le 986 settimane nella Top Pop Catalog Albums, anch'essa a cura di Billboard, introdotta nel marzo 1991.[102][103] Nel Regno Unito è il sesto album più venduto di tutti i tempi.[104]
Negli Stati Uniti il vinile uscì prima dell'istituzione del disco di platino del 1º gennaio 1976. Fu premiato quindi con un solo disco d'oro fino al 16 febbraio 1990, quando gliene furono certificati altri 11 in platino. Il 4 giugno 1998 la Recording Industry Association of America (RIAA) ne assegnò altri 4, facendogli raggiungere quota 15.[56]
I singoli Money e Time, in un arco di 12 mesi conclusosi il 20 aprile 2005, sono stati riprodotti nelle radio statunitensi rispettivamente 13.731 e 13.723 volte.[99] Secondo fonti provenienti dall'industria discografica le vendite totali in tutto il mondo ammontano a 45 milioni di copie.[12] Anche nelle settimane più "piatte" vengono vendute in media tra le 8.000 e le 9.000 copie,[99] con un totale di 400.000 nel 2002, risultando così il 200º album più venduto di quell'anno, quasi trent'anni dopo la sua pubblicazione. Secondo un articolo del Wall Street Journal del 2 agosto 2006, nel 1991 furono venduti 7,7 milioni di dischi nei soli Stati Uniti.[105]
Nel 2003, anno di pubblicazione dell'edizione ibrida in CD e SACD, raggiunse nuovamente il primo posto delle classifiche Billboard con 800.000 copie vendute negli Stati Uniti.[56] Nella settimana del 5 maggio 2006 The Dark Side of the Moon raggiunse un totale di 1.500 settimane in classifica, tenendo conto delle liste Billboard 200 e della Pop Catalogue Charts.[68] Si stima che uno statunitense su quattordici sotto i 50 anni possegga, o abbia posseduto, una copia dell'album.[56]
Certificazioni [modifica]
Nazione Certificazione Vendite Data ultima certificazione Note
Australia[106] 11× Platino 770.000+
Austria[107] 2× Platino 60.000+ 15 maggio 2003
Canada[108] 2× Diamante 2.000.000+ Marzo 2003
Germania[109] 2× Platino 400.000+ 1993
Polonia[110] Platino 20.000+ 29 ottobre 2003
Regno Unito[111][104] 9× Platino 3.956.177 al 14 giugno 2009 15 aprile 2005 Sesto album più venduto nel Regno Unito[112]
RIAA U.S.A.[113] 15× Platino 15.000.000+ 6 aprile 1998
Soundscan U.S.A.[114] 8.360.000+ Dal 1991 al febbraio 2007
Classifiche [modifica]
Nazione Classifica Massima posizione
Regno Unito UK Albums Chart[9] 2
Stati Uniti U.S. Billboard LPs & Tapes[9] 1
Australia ARIA Charts[115] 11
Belgio Ultratop 50 Albums (Fiandre)[115] 42
Belgio Ultratop 50 Albums (Vallonia)[115] 28
Canada RPM 100 Albums[116] 1
Finlandia Suomen virallinen lista[115] 10
Francia Syndicat National de l'Édition Phonographique[115] 94
Italia Federazione Industria Musicale Italiana[115] 2
Nuova Zelanda RIANZ Top 40 Albums[115] 1
Norvegia VG-lista Topp 40[115] 2
Paesi Bassi Mega Album Top 100[115] 30

Eredità [modifica]

Il successo di The Dark Side of the Moon portò improvvisa ricchezza a tutti i membri del gruppo; Rick Wright e Roger Waters si comprarono grandi case di campagna, e Nick Mason divenne un collezionista di auto di lusso.[117] Parte del ricavato fu investito nella produzione del film Monty Python e il Sacro Graal.[118]
Alan Parsons ottenne una nomination al Grammy Award per il Grammy Award for Best Engineered Album, Non-Classical[119] e iniziò una carriera da musicista di successo. Al contrario di Waters e Gilmour, per Mason il suo contributo nell'album fu molto importante.[120] Nel 2003 Parsons commentò: «Credo che tutti pensassero che il resto della mia carriera dipendesse da Dark Side of the Moon, il che è in parte vero. Ogni tanto, tuttavia, mi rendo conto con frustrazione che loro fecero non so quanti milioni, al contrario di tante altre persone coinvolte nel disco.» (Lo stipendio di Parsons durante le registrazioni ammontava a 35 sterline a settimana).[121]
« Mi ha cambiato sotto molti aspetti, perché portò un sacco di soldi, e uno si sente molto sicuro quando può vendere un album per due anni. Ma non ha cambiato il mio atteggiamento verso la musica. Anche se ottenne così tanto successo, era stato composto nello stesso modo in cui avevamo fatto tutti gli altri, e l'unico criterio che abbiamo riguardo alla pubblicazione della musica è se ci piace o meno. Non è stato un deliberato tentativo di produrre un album commerciale. È successo e basta. Sapevamo che conteneva molta più melodia dei precedenti, e un concetto che lo percorreva dall'inizio alla fine. La musica era più facile da assorbire e il supporto di voci femminile aggiunse quel tocco commerciale che nessuno dei nostri dischi aveva mai avuto. »
(Richard Wright[122])
The Dark Side of the Moon appare frequentemente nelle classifiche dei migliori album di sempre. Nel 1987 Rolling Stone lo collocò al 37º posto della sua "Top 100 Albums of the last 20 years"[123], e sedici anni dopo al 43º nella sua lista dei 500 migliori album di tutti i tempi.[124][125] Nel 1997 The Guardian, con la collaborazione di vari artisti e critici musicali, pubblicò un elenco dei 100 migliori album di sempre, inserendo quello dei Pink Floyd al 37º posto.[126] Nel 2006 risultò il preferito dagli ascoltatori di Australian Broadcasting Corporation.[127] Secondo un articolo del 2006 di The Observer è il 29º album più influente della storia della musica;[128] è stato inserito anche al secondo posto della lista Definitive 200 Albums of All Time, stilata dalla National Association of Recording Merchandisers «in onore della forma d'arte del disco».[129] Con un sondaggio online, venne eletto ottavo migliore di tutti i tempi secondo i lettori di New Musical Express,[130] mentre nel 2009 gli ascoltatori di Planet Rock lo nominarono migliore in assoluto.[131]
Parte dell'eredità di The Dark Side of the Moon è composta dall'influenza sulla musica moderna, i musicisti che hanno eseguito cover delle sue canzoni, e anche da leggende metropolitane moderne. La sua pubblicazione è spesso considerata un punto di svolta nella storia della musica rock, e spesso i Pink Floyd vengono accostati ai Radiohead, in particolare il loro album OK Computer del 1997, che è stato definito il Dark Side of the Moon degli anni novanta per il loro tema comune: la perdita della capacità creativa dell'individuo per avere uno scopo nel mondo moderno.[132][133][134]
Covers e tributi [modifica]


Locandina de Il mago di Oz del 1939.
Una delle reinterpretazioni più famose di The Dark Side of the Moon è Return to the Dark Side of the Moon: A Tribute to Pink Floyd, pubblicato nel 2006, che vede coinvolti artisti come Adrian Belew, Tommy Shaw, Dweezil Zappa e Rick Wakeman.[135] Nel 2000 la band The Squirrels pubblicò The Not So Bright Side of the Moon, anch'esso una cover dell'intero album;[136][137] nel 2003, il collettivo reggae newyorchese Easy Star All-Stars pubblicò Dub Side of the Moon;[138] il gruppo Voices on The Dark Side ne ha realizzato una versione a cappella,[139] mentre la band Poor Man's Whiskey lo esegue spesso in stile bluegrass, chiamando lo spettacolo Dark Side of the Moonshine.[140] Nel 2004 fu realizzata una particolare reinterpretazione con un quartetto d'archi.[141]
Nel 2009 anche i Flaming Lips, in collaborazione con Stardeath and White Dwarfs e con Henry Rollins e Peaches, pubblicarono il loro rifacimento, intitolato The Flaming Lips and Stardeath and White Dwarfs with Henry Rollins and Peaches Doing The Dark Side of the Moon.[142]
Diversi artisti celebri hanno eseguito l'album dal vivo nella sua interezza: la rock-band Phish semi-improvvisò una rappresentazione per intero durante il loro spettacolo del 2 novembre 1998 a West Valley City,[143] mentre il gruppo progressive metal dei Dream Theater lo ha eseguito due volte durante i loro concerti.[144]
Dark Side of the Rainbow [modifica]
Dark Side of the Rainbow, o The Dark Side of Oz, sono due termini comunemente usati per riferirsi a voci che circolano su Internet da almeno quindici anni, secondo le quali The Dark Side of the Moon fu composto come colonna sonora del film Il mago di Oz del 1939. Gli osservatori che hanno riprodotto il film e il disco contemporaneamente hanno notato apparenti sincronie, come nel caso in cui Dorothy inizia a correre non appena la band canta no one told you when to run ("nessuno ti ha detto di correre").[145] Sia David Gilmour che Nick Mason hanno negato una connessione tra le due opere, e Roger Waters ha definito "divertenti" le voci a riguardo.[146] Alan Parsons ha dichiarato che il film non è stato neanche menzionato durante la produzione dell'album.[147]

Tracce [modifica]

Lato A[148]
  1. Speak to Me – 1:30 (Mason)
  2. Breathe – 2:43 (Waters, Gilmour, Wright)
  3. On the Run – 3:30 (Gilmour, Waters)
  4. Time + Breathe (Reprise) – 6:53 (Mason, Waters, Wright, Gilmour)
  5. The Great Gig in the Sky – 4:15 (Wright, Torry)
Durata totale: 18:51
Lato B[148]
  1. Money – 6:30 (Waters)
  2. Us and Them – 7:34 (Waters, Wright)
  3. Any Colour You Like – 3:24 (Gilmour, Mason, Wright)
  4. Brain Damage – 3:50 (Waters)
  5. Eclipse – 1:45 (Waters)
Durata totale: 23:03

Formazione [modifica]

Pink Floyd[149]
Altri musicisti[149]
  • Dick Parrysassofono in Money e Us and Them
  • Clare Torry – voce in The Great Gig in the Sky, voce d'accompagnamento
  • Lesley Duncan – voce d'accompagnamento
  • Barry St. John – voce d'accompagnamento
  • Liza Strike – voce d'accompagnamento
  • Doris Troy – voce d'accompagnamento
Produzione[149]
  • Alan Parsonstecnico audio
  • Peter James – tecnico assistente [150]
  • Chris Thomas – consulente del missaggio
  • George Hardie – illustrazioni
  • Hipgnosis – grafica, fotografia
  • Jill Furmanovsky – fotografia
  • James Guthrie – supervisore del remastering nelle edizioni del ventesimo e trentesimo anniversario, missaggio in 5.1 nell'edizione del trentesimo anniversario
  • Doug Sax – remastering nelle edizioni del ventesimo e trentesimo anniversario
  • David Sinclair – note di copertina nella riedizione in CD
  • Storm Thorgerson – grafica
  • Drew Vogel – fotografia nella riedizione in CD

Edizioni [modifica]

Note [modifica]

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  150. ^ Chiamato erroneamente Peter Jones nelle prime stampe statunitensi del vinile.

Bibliografia [modifica]





http://www.fileserve.com/file/acpJuRW/The Dark Side Of The Moon-PINK FLOYD_Live.avi