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sabato 15 gennaio 2011

THE DARK SIDE OF THE MOON-PINK FLOYD (LI VE)

A spectacular concert from Pink Floyd
Pink Floyd: The Dark Side Of The Moon on Sky Arts
In 1994, following the release of their album The Division Bell, legendary progressive-psychedelic band Pink Floyd set out on a massive international P.U.L.S.E tour. As part of their set, the group began playing their classic 1973 album the complete live performance of The Dark Side of the Moon for the first time ever.

Renowned for their hallucinatory special effects and lighting schemes, this 20 camera show does not disappoint. Pink Floyd goes all out at this spectacular concert from Earl’s Court, London, England, with additional lasers and lighting brought in especially for the filming.
Directed by David Mallet, this show captures the mesmerising and awe-inspiring performance of The Dark Side of the Moon in its entirety.

Song list:

Speak To Me 
Breathe (In the Air) 
On The Run
Time 
The Great Gig In The Sky
Money 
Us and Them 
Any Colour You Like 
Brain Damage 
Eclipse 
Recorded at Earls Court, London on 20.10.1994
Performers:

David Gilmour
Nick Mason
Richard Wright
Sam Brown – backing vocals
Jon  Carin – keyboards and vocals
Durga McBroom – backing vocals
Claudia Fontaine – backing vocals
Richard Parry – saxophones
Guy Pratt – bass and vocals
Tim Renwick – guitars and vocals
Gary Wallis – percussion

da : http://www.skyarts.co.uk/


The Dark Side of the Moon: la copertina dell’album diventa vera


Scritto da Plainsong

Era il 17 Marzo del 1973, e arrivava nei negozi uno dei dischi più popolari ed influenti della storia della musica. L’album in questione è The Dark Side of the Moon, il nono lavoro in studio dei Pink Floyd, a tutt’oggi una leggenda della storia del rock.
Nel corso di quasi quarant’anni non sono solo le canzoni di The Dark Side of the Moon ad essere diventate oggetto di cover ed omaggi di ogni genere, ma persino l’iconica copertina dell’album, che raffigura un prisma triangolare su fondo nero, è stata rielaborata e reinterpretata da artisti di tutto il mondo.
Sky Arts Dark Side Of The Moon Tribute
Nel video qui in basso, Sky Arts offre un proprio, originalissimo tributo all’album art di The Dark Side of the Moon ricostruendo la famosa immagine su Primrose Hill, a Londra, con l’aiuto di neon e fumogeni.
Il filmato è stato creato per celebrare la proiezione, lo scorso Ottobre, di Pulse: Dark Side Of The Moon Live, una performance dal vivo della band ad Earls Court risalente al 1994. Il risultato dell’impresa è senza dubbio affascinante.




da : http://www.noantri.com/


The Dark Side of the Moon

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
 
« Dark Side of the Moon era un'espressione di carattere politico, filosofico e umanitario che doveva essere comunicata.[2] »
(Roger Waters)
The Dark Side of the Moon (intitolato Dark Side of the Moon nell'edizione CD del 1993), in italiano "Il lato oscuro della Luna", è un concept album (l'ottavo in studio) del gruppo britannico Pink Floyd, pubblicato il 17 marzo 1973 negli Stati Uniti dalla Capitol Records e il 24 marzo dello stesso anno nel Regno Unito dalla Harvest Records.[3] L'opera nacque dopo numerose sperimentazioni musicali che i Pink Floyd studiarono durante i loro live o registrazioni, ma senza le lunghe parti strumentali che erano diventate una caratteristica peculiare del gruppo dopo l'abbandono nel 1968 di Syd Barrett, membro fondatore e principale compositore e paroliere del gruppo.[2] Tra i temi del concept vi sono inclusi il conflitto interiore, il rapporto con il denaro, il trascorrere del tempo e quello dell'alienazione mentale,[4] ispirato in parte dai disturbi mentali di Barrett.[2]
L'album si sviluppò come parte del tour del 1971, in seguito alla pubblicazione di Meddle, e iniziò a essere pubblicizzato diversi mesi prima dell'inizio effettivo delle registrazioni in studio.[5] Il nuovo materiale venne migliorato e raffinato durante il Dark Side of the Moon Tour, e fu registrato in due sessioni nel 1972 e nel 1973 negli Abbey Road Studios di Londra.[6] I Pink Floyd usarono alcune delle tecniche di registrazione più avanzate dell'epoca, inclusi la registrazione multitraccia e i loop.[7] In molte tracce si usarono sintetizzatori analogici e, in sottofondo, anche una serie di interviste con la band e lo staff tecnico in forma di aforismi filosofici. Il tecnico del suono Alan Parsons contribuì alla realizzazione di alcuni degli aspetti sonori più innovativi, incluso il ticchettìo e lo scoccare degli orologi in Time.[8]
The Dark Side of the Moon fu un successo immediato, mantenne il primo posto della classifica statunitense Top LPs & Tapes per una settimana[9] e vi rimase per altre 741 dal 1973 al 1988.[10] Del disco si conoscono circa 425 edizioni differenti di vinile stampate in 46 paesi diversi[11] e, con 45 milioni di copie vendute, è quello di maggiore successo dei Pink Floyd e uno dei più venduti della storia.[12][13][14] È stato rimasterizzato e ripubblicato in due occasioni, oltre alle varie reinterpretazioni di vari gruppi musicali. Furono estratti due singoli: Money e Us and Them.
Oltre al suo successo commerciale, The Dark Side of the Moon è spesso considerato uno dei migliori album di tutti i tempi, sia dai critici sia dai semplici appassionati.
Nel 2003 è stato pubblicato Classic Albums: Pink Floyd – The Making of The Dark Side of the Moon, film documentario sulla sua realizzazione.[15]

Indice

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Antefatti [modifica]



Allestimento di The dark side of the moon nel concerto di Roger Waters presso l'Arena di Verona nel giugno del 2006
Dopo il lancio di Meddle, i membri della band si riunirono nel dicembre del 1971 per un tour in Regno Unito, Giappone e Stati Uniti. Mentre provavano in Broadhurst Gardens, a Londra, avevano in prospettiva la creazione di nuove canzoni.[16] In una riunione a casa del batterista Nick Mason a Camden, il bassista Roger Waters propose di integrare il nuovo album come parte del tour. L'idea di Waters consisteva in un disco trattante temi che «facessero arrabbiare la gente», focalizzandosi sulle pressioni che dovette fronteggiare la band per il suo stile di vita e sui problemi mentali che aveva l'ex-membro del gruppo, Syd Barrett.[17][18] Avevano già studiato un'idea simile in The Man and the Journey, un'opera musicale concettuale che suonavano durante i loro concerti del 1969. In un'intervista concessa alla rivista Rolling Stone, David Gilmour disse:[19]
(EN)
« I think we all thought – and Roger definitely thought – that a lot of the lyrics that we had been using were a little too indirect. There was definitely a feeling that the words were going to be very clear and specific. »
(IT)
« Credo che tutti pensassimo – e Roger sicuramente lo pensava – che molti dei testi che stavamo usando fossero un po' troppo indiretti. C'era decisamente la sensazione che le parole stessero per diventare più chiare e specifiche. »
In generale, i quattro membri del gruppo furono d'accordo nell'accogliere l'idea di Waters di un album basato su un unico tema come buona.[19] Il bassista e paroliere principale Roger Waters, il chitarrista David Gilmour, il batterista Nick Mason e il tastierista Richard Wright parteciparono alla composizione e alla produzione del nuovo materiale, e Waters registrò i primi demo nella sua casa di Islington, in un piccolo studio di registrazione allestito in un capanno in giardino.[20] Alcune parti dei nuovi pezzi erano estratti rimasti inutilizzati in passato: l'inizio di Breathe, ad esempio, risale a un lavoro precedente di Waters e Ron Geesin composto per la colonna sonora del documentario The Body,[21] mentre la struttura di Us and Them deriva da una composizione originale scritta per la pellicola Zabriskie Point. La band provò in un magazzino di Londra che apparteneva ai Rolling Stones, poi nel Rainbow Theatre. Inoltre comprarono un nuovo equipaggiamento, inclusi nuovi amplificatori, altoparlanti, una mixer di 28 canali con quattro uscite quadrofoniche e un impianto di luci, per un totale di nove tonnellate di attrezzature trasportate con tre camion.
Per la prima volta la band andava in tour con un album completo, però gli permise di affinare e migliorare il nuovo materiale,[22][23] che già aveva il nome provvisorio di The Dark Side of the Moon (un'allusione più alla follia[24] che all'astronomia).[25] Dato però che il titolo era già stato usato da un'altra band, i Medicine Head, il nome fu temporaneamente cambiato in Eclipse. Il lavoro fu presentato al Dome di Brighton il 20 gennaio del 1972 con questo nome, ma visto lo scarsissimo successo dell'LP omonimo, tuttavia, i Pink Floyd poterono ritornare al titolo originario.[26][27]


Il Rainbow Theatre di Londra ora è una chiesa.
Dark Side of the Moon: A Piece for Assorted Lunatics, come era conosciuto allora, fu rappresentato in presenza di un gruppo di giornalisti (e altre persone intenzionate a registrarne un bootleg) il 17 febbraio 1972 (più di un anno prima del lancio ufficiale al teatro Rainbow), con critiche molto positive.[28] Michael Wale del The Times descrisse l'opera dicendo che «...fa venire le lacrime agli occhi. È così piena di comprensione e a volte di interrogativi musicali!»,[29] mentre Derek Jewell del The Sunday Times affermò che «L'ambizione dell'intenzione dell'arte dei [Pink] Floyd è enorme».[26] Melody Maker ne fu meno entusiasta: «Musicalmente ci sono grandi idee, ma gli effetti sonori spesso mi lasciavano pensare di essere in una gabbia di uccelli dello zoo di Londra».[30] Il tour a seguire ricevette una grande accoglienza da parte del pubblico. I nuovi pezzi furono riprodotti dal vivo, nello stesso ordine in cui sarebbero poi apparsi nell'album, anche se con chiare differenze come la mancanza di sintetizzatori in tracce come On the Run, e la lettura di versi della Bibbia al posto della voce di Clare Torry in The Great Gig in the Sky.[28]
Il Dark Side of the Moon Tour tra il 1972 e il 1973 in Europa e negli Stati Uniti offrì alla band l'opportunità di migliorare la qualità delle tematiche dell'album.[31] Il 20 gennaio, durante il tour, incominciarono anche le prove negli studi inglesi, anche se in febbraio il gruppo si recò in Francia per registrare la colonna sonora del film La Vallée, diretto da Barbet Schroeder,[32] con una parentesi in Giappone. A questo seguirono date negli Stati Uniti prima che la band tornasse a Londra per cominciare le registrazioni dell'album, dal 24 maggio al 25 giugno. Dopo un'ultima serie di concerti e la pubblicazione di Pink Floyd: Live at Pompeii, la band ritornò in studio il 9 gennaio 1973 per completare l'incisione del disco.[33][34][35]

Concept [modifica]

The Dark Side of the Moon nacque dopo numerose sperimentazioni musicali che i Pink Floyd studiarono durante i loro precedenti live o registrazioni, ma senza le lunghe parti strumentali che, secondo il critico David Fricke, erano diventate una caratteristica peculiare del gruppo dopo l'abbandono nel 1968 di Syd Barrett. Il chitarrista David Gilmour, che aveva sostituito Barrett, più tardi avrebbe definito queste strumentali «quella noiosa roba psichedelica».[2] Gilmour e Waters citano Meddle del 1971 come un punto di svolta verso quello che sarebbe poi stato il disco seguente.[2]
I temi dei testi delle canzoni includono l'avarizia, l'invecchiamento, la morte e l'infermità mentale. Quest'ultimo tema prese come ispirazione il deterioramento mentale di Barrett, che era stato il principale compositore e paroliere del gruppo nei suoi primi anni.[2] L'album è conosciuto per l'uso di musica concreta e concettuale e di testi filosofici[senza fonte], come in molti altri lavori della band.
Ogni lato del disco costituisce un'opera musicale continua. Le cinque tracce di ognuno dei due lati rappresentano vari stadi della vita umana. L'album comincia e termina con un suono di battiti cardiaci, esplorando la natura dell'esperienza dell'essere umano e, secondo Waters, «l'empatia».[2] Speak to Me e Breathe insieme pongono un accento sugli elementi mondani e futili della vita, che accompagnano la sempre presente minaccia della pazzia, e l'importanza per ognuno di vivere la propria esistenza - «Non temere di preoccuparti».[36] Spostando la scena in un aeroporto, la strumentale On the Run (in cui è protagonista il sintetizzatore) evoca lo stress e l'ansia provocati dal settore dei trasporti moderno, con particolare riferimento alla paura di volare di Wright.[37] Time tratta del modo in cui il passaggio del tempo può controllare la vita di un individuo e ammonisce con veemenza coloro che sprecano tempo prezioso focalizzandosi sugli aspetti più mondani della vita. A questa traccia segue il tema del ritiro in solitudine e il rifugio nella canzone Breathe (Reprise). La prima parte termina con The Great Gig in the Sky, profonda metafora della morte. La prima traccia del lato B, Money, si prende gioco dell'avarizia e del consumismo, con un testo ironico ed effetti sonori relazionati alla ricchezza, aprendosi con il suono di un registratore di cassa e il rumore di monete sonanti. Money è stata la canzone di maggior successo commerciale dell'album e da allora è stata riproposta da molti gruppi musicali.[38] Us and Them parla dell'etnocentrismo, del confronto e dell'uso di semplici dicotomie per descrivere le relazioni personali. Brain Damage tratta della malattia mentale come risultato del porre la fama e il successo in cima alla lista delle necessità di un individuo. In particolare il verso «And if the band you're in starts playing different tunes» («e se la band in cui sei comincia a suonare diverse melodie») si riferisce allo stato mentale dell'ex-membro Syd Barrett. The Dark Side of the Moon termina con Eclipse, che espone i concetti di alterità e unità, mentre forza l'ascoltatore a riconoscere le caratteristiche comuni a tutti gli esseri umani.[39][40]

Registrazione [modifica]



Entrata principale degli Abbey Road Studios.
The Dark Side of the Moon fu inciso negli Abbey Road Studios in due sessioni tra maggio 1972 e gennaio 1973. Come capo tecnico audio fu assunto Alan Parsons, che aveva già lavorato come assistente in Atom Heart Mother e come ingegnere del suono negli album dei Beatles Abbey Road e Let It Be.[6][41] Durante le sessioni di registrazione si utilizzarono le tecniche più sofisticate dell'epoca: lo studio era in grado di mixare fino a sedici tracce, caratteristica che offriva un alto livello di flessibilità, anche se la band arrivò a usare molte più tracce, al punto che dovettero copiare i nastri.[7]
La prima traccia registrata fu Us and Them il 1º giugno, seguita sei giorni dopo da Money, per la quale Waters aveva creato vari effetti sonori sotto forma di loop di oggetti relazionati al denaro, incluse monete lasciate cadere in una scodella di ceramica. Questi effetti vennero recuperati quando il gruppo decise di creare un mix quadrifonico dell'album (Parsons in seguito si rivelò insoddisfatto del risultato a causa della mancanza di tempo e di registratori multitraccia);[41] l'incisione di Time e The Great Gig in the Sky precedette una pausa di due mesi durante la quale i Pink Floyd prepararono un nuovo tour negli Stati Uniti.[42] Questo non fu l'unico periodo di interruzione: Roger Waters, tifoso dell'Arsenal F.C., abbandonava spesso lo studio per andare a vedere giocare la sua squadra del cuore, e tutto il gruppo era solito riposare guardando Monty Python's Flying Circus alla televisione, lasciando Parsons a lavorare col materiale disponibile.[7] Gilmour smentì in un'intervista del 2003 dicendo: «A volte lo guardavamo, ma se eravamo molto occupati continuavamo a lavorare».[43][44]
Al rientro dagli Stati Uniti nel gennaio 1973, si registrarono Brain Damage, Eclipse, Any Colour You Like e On the Run, mentre venivano messe a punto le parti già pronte. Clare Torry, Lesley Duncan, Liza Strike e Doris Troy furono scelte come voci femminili in Brain Damage, Eclipse e Time, Dick Parry come sassofonista per Us and Them e Money. La band registrò anche materiale visivo con il regista Adrian Maben per Pink Floyd: Live at Pompeii,[45] e una volta terminato il lavoro in studio iniziò una tournée in Europa.[46]
Strumentazione [modifica]


Un sintetizzatore EMS VCS3.
A livello strumentale, The Dark Side of the Moon è conosciuto per gli effetti sonori metronomici in Speak to Me e i loops in apertura di Money. Nick Mason, responsabile della maggior parte degli effetti usati in tutta la discografia dei Pink Floyd, fu accreditato come unico compositore di Speak to Me,[8] brano di introduzione composto con un effetto cross-fade (usato per sovrapporre più parti, abbassando il volume di una mentre sale quello di un'altra) realizzato con frammenti di altre canzoni dell'album. Mason ne creò una prima versione in casa propria prima di realizzare quella definitiva in studio. Per l'inizio di Breathe si servirono di un accordo di pianoforte registrato al contrario;[47] gli effetti sonori di Money vennero alla luce unendo le registrazioni casalinghe di monete tintinnanti di Waters, il rumore di fogli strappati e quelli di un registratore di cassa e di una macchina calcolatrice, per creare un loop di 7 beat.[48] In alcuni casi tutti i tecnici e membri del gruppo dovettero lavorare a tutti i faders contemporaneamente per missare le complicate registrazioni multitraccia di molte delle canzoni, in particolare On the Run.[2]
Insieme alla tradizionale strumentazione rock, i Pink Floyd ricorsero anche all'uso di sintetizzatori (ad esempio un EMS VCS3 in Brain Damage e Any Colour You Like e un EMS Synthi A in Time e On the Run), oltre a suoni originali e inconsueti, come un tecnico assistente che corre nella camera di riverberazione dello studio (On the Run),[49] o una grancassa modificata in modo tale da simulare la frequenza cardiaca di un essere umano. Quest'ultimo è ben distinguibile all'inizio e alla fine del disco, ma si può sentire più sporadicamente anche in Time e On the Run;[2] la traccia audio del ticchettio e lo scoccare simultaneo degli orologi (accompagnati da una serie di rototom) all'inizio di Time fu registrata da Parsons in un negozio di antiquariato. Il risultato fu in parte inserito nell'album, sebbene l'intenzione del tecnico fosse quella di sperimentare il sistema quadrifonico.[8][50]
Voci [modifica]
(EN)
« It seemed to me really important. I have no idea why I did to have voices on this thing »
(IT)
« Mi sembrava importantissimo. Non ricordo più perché volessi delle voci qui. »
(Roger Waters[2])
Varie tracce, tra cui Us and Them e Time, sono notevoli per l'abilità che mostrano Richard Wright e David Gilmour nella coordinazione delle loro voci, molto simili secondo Roger Waters.[2] Per trarre vantaggio da ciò, Parsons perfezionò l'uso di tecniche multitraccia sulle voci e le chitarre, in modo che Gilmour potesse praticamente lavorare con se stesso. Inoltre usò effetti flanger e phaser in parti vocali e strumentali, particolari stratagemmi con il riverbero,[2] e lo spostamento dei suoni tra canali (percepibile soprattutto nella versione quadrifonica di On the Run, quando il suono di un organo Hammond B3 riprodotto da un altoparlante Leslie gira velocemente intorno all'ascoltatore).[51]


Clare Torry nel 2003.
Nei crediti compare Clare Torry, una turnista e compositrice che frequentava spesso gli studi di Abbey Road. Parsons la invitò alle registrazioni dopo aver sentito del materiale pop a cui la ragazza aveva lavorato in precedenza, con l'intenzione di farla cantare in The Great Gig in the Sky; la Torry subito rifiutò l'offerta perché voleva andare a vedere Chuck Berry suonare all'Hammersmith Odeon, ma con il gruppo stabilì che sarebbe passata in studio la domenica seguente. I Pink Floyd le spiegarono il concetto che caratterizzava l'album, ma non seppero dirle quello che avrebbe dovuto fare esattamente. Con Gilmour responsabile di quella sessione Clare Torry improvvisò, in una sola notte, una melodia vocale senza testo che avrebbe accompagnato l'assolo di pianoforte di Richard Wright. All'inizio si sentì imbarazzata per la sua esuberanza in cabina di registrazione e volle scusarsi con la band, ma non si era ancora resa conto che tutti erano rimasti estasiati dalla sua prestazione.[52][53] In seguito si modificò il nuovo materiale per realizzare la versione usata poi nell'album.[19] Clare Torry ricevette un compenso di appena 30 sterline per il suo operato,[52] ma nel 2004 citò in giudizio sia i Floyd che la EMI per le mancate royalty dovutele per il contributo, affermando di essere co-autrice di The Great Gig in the Sky insieme a Richard Wright.
I tribunali di giustizia britannici diedero ragione alla cantante, anche se l'accordo economico al quale giunsero le due parti non fu mai rivelato al pubblico.[54][55] Tutte le edizioni dal 2005 in avanti accreditano The Great Gig in the Sky sia al tastierista dei Floyd che a Clare Torry.[56]
Altra particolare caratteristica di The Dark Side of the Moon sono le voci che si possono sentire lungo tutta l'esecuzione. Durante le registrazioni, Waters reclutò il personale e gli altri presenti nello studio per rispondere ad alcune domande stampate su dei cartelloni: gli intervistati rispondevano davanti a un microfono in una stanza con poca luce,[57] dove gli venivano mostrate una serie di domande prima molto semplici (riguardanti, ad esempio, il colore o il piatto preferito), per poi passare ad altre più complesse attinenti al tema centrale dell'album.
« La gente che non viene mai intervistata è quella che dice le cose più interessanti. »
(David Gilmour[2])
La domanda «quando è stata l'ultima volta in cui sei stato violento?» era seguita immediatamente da «avevi ragione?».[2] Roger "The Hat" Manifold, manager per le tournée dei Pink Floyd, fu l'unico a essere intervistato in modo convenzionale, poiché in quel momento non si trovavano i cartelloni. Quando gli fu chiesto del momento in cui era stato violento con un altro conducente, Manifold rispose «...gli diedi una scossa breve, rapida e potente...» («... give 'em a quick, short, sharp shock ...»), e sul tema della morte affermò: «Vivi oggi, perché domani potresti non esserci più. Questo sono io» («Live for today, gone tomorrow. That's me»).[58]
Un altro tecnico, Chris Adamson, che era in tour con il gruppo, registrò l'accesa discussione che apre l'album con la frase: «Sono stato pazzo per anni, troppi anni» («I've been mad for fucking years, absolutely years»);[59] il road manager della band, Peter Watts (padre dell'attrice Naomi Watts),[60] contribuì con le risate che si sentono in Brain Damage e Speak to Me; il monologo sui «tipi che vagavano in cerca di botte» («geezers who were cruisin' for a bruisin») fu opera della seconda moglie di Peter, Patricia "Puddie" Watts;[61] le frasi «Io non ho paura di morire, ogni momento è buono, non m'importa. Perché dovrei aver paura di morire? Non ce n'è motivo, prima o poi bisogna andarsene» («I am not frightened of dying, any time will do, I don't mind. Why should I be frightened of dying? There's no reason for it, you've got to go sometime», in The Great Gig in the Sky) e «non c'è nessun lato oscuro della luna, davvero. In realtà è tutta scura» («there is no dark side in the moon, really. As a matter of fact it's all dark», in chiusura del disco) sono del portiere irlandese degli studi di Abbey Road, Gerry O'Driscoll. Furono intervistati anche Paul McCartney e la moglie Linda, ma le loro risposte alla fine non vennero inserite nell'album perché, a detta di Waters, si erano «troppo sforzati di essere divertenti» («trying too hard to be funny»).[62] Henry McCullough, allora con McCartney negli Wings, pronunciò la famosa frase «non lo so, ero veramente sbronzo in quel momento» («I don't know, I was really drunk at the time»), che compare tra Money e Us and Them.[63]
Rifinitura [modifica]
Dopo aver terminato le interviste, la band assunse il produttore Chris Thomas per procurarsi «un paio di orecchie fresche». Il suo passato riguardava più il campo musicale che quello dell'ingegneria. Aveva lavorato con il produttore dei Beatles, George Martin, ed era conosciuto dal manager dei Pink Floyd, Steve O'Rourke.[64] I quattro membri del gruppo avevano opinioni discordanti riguardo al missaggio finale, con Waters e Mason che preferivano un mix "secco" e "pulito" dando maggiore spazio agli elementi non musicali, al contrario di Gilmour e Wright che volevano optare per uno più delicato e con più riverbero.[65] Più tardi Thomas smentì tali disaccordi, dicendo «non c'erano differenze di opinione tra di loro, non ricordo Roger dire una sola volta di volere meno eco. Infatti, non c'era nessun indizio che dicesse che avrebbero litigato. C'era un'atmosfera molto creativa, ci si divertiva molto.»[66] Sebbene non si conosca la verità, ciò che venne alla luce grazie al suo intervento lasciò soddisfatti sia Waters che Gilmour. Thomas fu responsabile di vari cambiamenti significativi nell'album, come l'eco usato in Us and Them. Fu anche presente alla registrazione di The Great Gig in the Sky, anche se fu Parsons ad assumere Clare Torry.[67] In un'intervista del 2006, quando gli fu chiesto se avesse perseguito i suoi obiettivi, Roger Waters rispose:
(EN)
« When the record was finished I took a reel-to-reel copy home with me and I remember playing it for my wife then, and I remember her bursting into tears when it was finished. And I thought, "This has obviously struck a chord somewhere", and I was kinda pleased by that. You know when you've done something, certainly if you create a piece of music, you then hear it with fresh ears when you play it for somebody else. And at that point I thought to myself, "Wow, this is a pretty complete piece of work", and I had every confidence that people would respond to it. »
(IT)
« Quando la registrazione fu terminata portai una copia a casa e la feci ascoltare a mia moglie. Ricordo che si mise a piangere. A quel punto pensai «questo ha sicuramente toccato una corda da qualche parte», ed ero contento di questo. Sai, quando hai fatto qualcosa, di sicuro se hai creato un'opera musicale, quando poi la fai ascoltare a qualcun altro la senti con un orecchio diverso. E fu in quel momento in cui mi dissi «wow, questo è un lavoro abbastanza completo», e avevo molta fiducia del fatto che la gente avrebbe risposto.[68] »

Pubblicazione [modifica]



Un'esibizione dal vivo di The Dark Side of the Moon a Earls Court, poco tempo dopo la pubblicazione nel 1973. (da sinistra) David Gilmour, Nick Mason, Dick Parry, Roger Waters
Dato che la versione quadrifonica dell'album non era ancora completa, la band (a parte Wright) non presenziò alla conferenza stampa tenutasi al London Planetarium il 27 febbraio.[69] I giornalisti trovarono al posto dei musicisti quattro loro sagome in cartone a grandezza naturale, e assistettero alla presentazione della versione stereo con un sistema audio di bassa qualità.[70][71] In generale, comunque, la stampa ebbe reazioni molto positive; Roy Hollingworth di Melody Maker definì il lato A «...così confuso che era difficile da seguire», ma elogiò la seconda parte.[72] Steve Peacock, di Sounds, scrisse: «Non mi interessa se nella vostra vita non avete mai sentito una nota dei Pink Floyd. Consiglio The Dark Side of the Moon a tutti senza riserve».[70] Nella sua recensione del 1973 per Rolling Stone, Lloyd Grossman descrisse Dark Side come «un bell'album con ricchezza concettuale e strutturale, che non solo attira, ma pretende partecipazione e coinvolgimento».[73]
The Dark Side of the Moon uscì prima negli Stati Uniti, il 10 marzo 1973, poi nel Regno Unito due settimane dopo. In Inghilterra e nell'ovest europeo ottenne un successo immediato;[70] dopo un mese aveva vinto il disco d'oro negli Stati Uniti e nel Regno Unito.[74] Durante il mese di marzo del 1973 il gruppo lo inserì nella scaletta del suo tour statunitense, inclusa un'esibizione a Radio City Music Hall di New York il 17, alla quale assistettero 6.000 persone. Tra gli effetti speciali era incluso un aereo lanciato dal fondo della sala alla fine di On the Run che si "schiantava" sul palcoscenico in una nuvola di fumo arancione. Il disco raggiunse il primo posto della classifica degli album più venduti di Billboard il 28 aprile 1973,[75] e ottenne un successo tale che la band dovette tornare in tour due mesi dopo.[76]
Etichetta [modifica]
Gran parte del successo ottenuto immediatamente negli Stati Uniti è dovuto all'impegno della casa discografica statunitense dei Pink Floyd, la Capitol Records. Bhaskar Menon, nominato presidente poco tempo prima, cominciò cercando di compensare le vendite relativamente scarse di Meddle del 1971, mentre la band e il manager O'Rourke stavano silenziosamente trattando col presidente della CBS e della Columbia Records Clive Davis, poiché The Dark Side of the Moon era l'ultimo lavoro che i Pink Floyd avrebbero dovuto pubblicare per obbligo di contratto. L'entusiasmo di Menon per Dark Side era tale che imbastì una colossale campagna pubblicitaria, che includeva anteprime radiofoniche di Us and Them e Time.[77] In alcuni Paesi (specialmente nel Regno Unito) i Pink Floyd non pubblicavano un singolo dal 1968, anno di Point Me at the Sky; dopo cinque anni di "silenzio", il 7 maggio 1973 uscì il singolo di Money[69] (con Any Colour You Like sul lato B), che nel luglio dello stesso anno raggiunse il tredicesimo posto della Billboard Hot 100.[78]
Alle radio fu recapitata una versione promozionale (mono e stereo) del singolo: mentre la versione mono aveva la parola bullshit ("stronzata") solo in parte (bull), quella stereo conteneva la canzone incensurata, ma ai disc jockey era stato chiesto di disfarsene.[79] Il 4 febbraio 1974 usci un doppio lato A con Time e Us and Them.[80]
Gli sforzi di Menon per assicurarsi un rinnovo contrattuale col gruppo furono vani; all'inizio del 1974, i Pink Floyd stipularono con la Columbia un accordo da un milione di dollari, mentre in Inghilterra e nel resto d'Europa continuarono a essere rappresentati dalla Harvest Records.[81]
Riedizioni e rimasterizzazioni [modifica]
Nel giugno 1979 la Mobile Fidelity Sound Lab pubblicò una riedizione di The Dark Side of the Moon in LP,[82] e nell'aprile 1988 nel loro formato Ultradisc dorato.[83] La EMI pubblicò il formato CD (all'epoca una novità) nel 1984 e nel 1992 nel cofanetto Shine On.[84] Questa versione tornò rinnovata nei negozi l'anno dopo in occasione del ventesimo anniversario, con la copertina disegnata da Storm Thorgerson.[85]
Pare che sulle copie in CD più recenti sia udibile una versione orchestrale di Ticket to Ride dei Beatles, durante le battute finali dell'album. Ciò può essere il risultato di un errore di rimasterizzazione,[56] poiché non si sente nelle prime versioni in vinile.
Sebbene fosse commissionata dalla EMI, la band non appoggiò mai l'edizione quadrifonica del 1973; tuttavia ne uscì un'altra rinnovata, in occasione del trentesimo anniversario del disco nel 2003. Con un po' di sorpresa, il gruppo scelse di non usare il mix quadrifonico di Alan Parson del 1973, ma si affidò a James Guthrie per crearne uno nuovo per il formato SACD.[41][86] Guthrie collaborava con la band dai tempi di The Wall e aveva già lavorato alle versioni quadrifoniche di quest'ultimo e di In the Flesh di Roger Waters. Nel 2003 Alan Parsons espresse un giudizio generalmente positivo sul lavoro di Guthrie, nonostante qualche critica (in particolare a On the Run).[41] Il mix di The Great Gig in the Sky fu tra quelli più apprezzati da Parsons:
(EN)
« I tip my hat to James for sorting out the correct bits of Clare's vocals. And he has improved on the stereo mix, which is a bit wishy-washy. The stereo is heavy on the Hammond organ, and Clare's a little too far down. In my quad mix, the Hammond is barely there, which shows you I really wasn't being faithful to the stereo mix. The quad sounds pretty good, but James still has the edge. His mix is definitely cleaner, and he's brought Clare out a bit more. »
(IT)
« Mi tolgo il cappello per James e la sua abilità nell'aver sistemato correttamente i pezzi della voce di Clare. E ha perfezionato la versione stereo, che è un po' spenta. Lo stereo è pesante sull'organo Hammond e Clare è un po' troppo lontana. Ma nella mia versione quad l'Hammond si sente appena, e ciò dimostra quanto non fossi fedele alla versione stereo. Il mio lavoro suona ancora abbastanza bene, ma quello di James è in vantaggio. Il suo mix è decisamente più pulito, e ha fatto risaltare un po' di più la voce di Clare.[87] »
La nuova versione del trentesimo anniversario vinse quattro Surround Music Awards nel 2003.[88] Nel 2003 ci fu anche una ristampa di The Dark Side of the Moon in vinile (a cura di Kevin Gray della AcousTech Mastering) che includeva gadgets leggermente diversi da quelli contenuti nella prima edizione, oltre a un poster del trentennale del disco.[89] Nel 2007, per celebrare i quarant'anni dalla fondazione dei Pink Floyd, l'album venne incluso nella raccolta Oh, By the Way,[90] e su iTunes ne uscì una versione DRM gratuita.[91]
Confezioni [modifica]


Schema di un prisma triangolare con la dispersione della luce, molto simile a quello della copertina di The Dark Side of the Moon.
Long playing [modifica]
The Dark Side of the Moon fu pubblicato inizialmente in formato vinile con una copertina pieghevole, disegnata dalla Hipgnosis e George Hardie, che mostrava un prisma triangolare rifrangente un raggio di luce sul fronte. La Hipgnosis aveva già disegnato varie copertine per la band con risultati controversi; la EMI non aveva gradito le immagini di Atom Heart Mother e Obscured by Clouds, poiché si aspettavano disegni più tradizionali con lettere e caratteri, ma i disegnatori poterono ignorare le critiche perché sotto contratto con il gruppo. Per The Dark Side of the Moon Richard Wright gli chiese qualcosa di più elegante, pulito e di classe.[92] La compagnia artistica presentò sette disegni, ma i quattro membri del gruppo scelsero senza discussioni quello del prisma, opera di Hardie e ideato da Thorgeson durante una sessione di brainstorming con Powell. Esso rappresenta tre elementi; l'illuminazione dei concerti della band, i testi delle canzoni e la volontà di Wright di un progetto "semplice e audace".[2] Il fascio di luce nell'immagine ha sei colori, escludendo l'indaco dalla tradizionale divisione della sequenza in rosso, arancione, giallo, verde, blu, indaco e viola, e prosegue lungo tutto l'interno della confezione dividendola orizzontalmente in due parti: in quella inferiore compaiono i testi delle canzoni mentre in quella superiore vi è l'elenco delle tracce e i crediti; la linea verde si muove come un elettrocardiogramma (soluzione grafica suggerita da Roger Waters).[93][94] Le linee di colore proseguono anche sul retro della copertina dove entrano in un altro prisma rovesciato,[94] voluto da Thorgeson per facilitare la disposizione del disco nei negozi,[95] dal quale usciranno come un raggio di luce bianca, che prosegue poi fino a ricongiungersi con quello sul fronte.[94]
Il titolo non compare mai sulla cover ma soltanto sul disco, all'interno di un prisma trasparente.
All'interno della confezione pieghevole si trovavano degli adesivi e due poster,[94] uno con immagini della band in concerto con lettere sparse a formare la scritta "PINK FLOYD", l'altro con una fotografia agli infrarossi delle Piramidi di Giza (che erano anche il soggetto degli adesivi) creata da Powell e Thorgeson.[95] Nel 2003 VH1 posizionò la copertina al quarto posto della sua classifica delle migliori copertine di tutti i tempi.[96]
Compact disc [modifica]
La copertina della prima edizione su CD, pubblicata nel 1984 su etichetta EMI-Harvest,[97] rispecchia in scala quella originariamente prevista per il disco 33 giri, con l'aggiunta in alto a destra di un cerchio bianco contenente nome del gruppo e titolo, che compaiono anche in costa. Sul retro è presente la stessa immagine che compare sulla cover del vinile, anche se in scala leggermente diversa, e più grande rispetto alla copertina anteriore. Il libretto contiene i testi delle canzoni.
La seconda edizione su CD (quella attualmente in vendita) è stata presentata nel 1994.[97] In questa versione sia il nome della band sia il titolo (senza l'articolo iniziale, come nella prima edizione su stesso formato) compaiono solamente in costa. Il fronte presenta un prisma non più trasparente ma opaco, nel quale entra un raggio di luce bianca che viene in parte riflesso dalla superficie. Il fascio di colori dell'arcobaleno (ora tutti e sette) in uscita non costituisce più una linea guida lungo le 22 pagine del booklet anche se compare in basso a pagina 19 e 20, dove c'è una foto di gruppo dei Pink Floyd e, come nel vinile, la linea verde simula un elettrocardiogramma.
Le prime quattro e le ultime due pagine del booklet riportano foto della band e delle Piramidi egiziane. Le restanti 14 sono dedicate a due a due alle canzoni dell'album e riportano il testo e un'immagine di sfondo il cui colore è diverso per ogni canzone, sempre secondo l'ordine dei sette colori dell'arcobaleno. Sul retro del libretto e della confezione e sul CD sono riprodotti diversi piccoli prismi attraverso i quali passano raggi di diversi colori.
Super Audio CD [modifica]
L'immagine di copertina del Super Audio CD, uscito trent'anni dopo la prima edizione in vinile,[97] fu opera di vari disegnatori, incluso il fedelissimo Storm Thorgerson. Essa è composta da una fotografia di una vetrata costruita per riprodurre la figura del progetto originale.[94] Al posto dei colori opachi vennero usati vetri trasparenti, tenuti insieme da strisce di piombo. L'idea fu ispirata dal «senso di purezza nella qualità sonora» della versione surround, e l'immagine creata con l'intento di essere «la stessa ma diversa, tale che lo stile fosse chiaramente quello di Dark Side, ancora il caratteristico prisma, ma che fosse diverso e quindi nuovo».[85] Sulla costa della confezione compaiono ancora il nome della band e il titolo con il The davanti.
L'interno del booklet riporta immagini riferite alle precedenti edizioni del disco o alla band.[94] Il retro riporta il dettaglio dell'angolo a destra del prisma con i colori in uscita,[94] ulteriormente ingrandito sul CD, dove è in risalto il punto di contatto del prisma con i colori. L'interno della confezione, al di sotto del disco, mostra una nuova vetrata contenente il prisma: lo sfondo è grigio tranne all'interno del poliedro, dove è nero. Anche il retro della confezione, oltre ai titoli delle canzoni, riporta alcuni dettagli del fronte.

Vendite [modifica]

« ... Penso che quando fu terminato, tutti pensavamo che fosse la cosa migliore che avessimo mai fatto fino ad allora, e tutti erano molto soddisfatti, ma non è che qualcuno lo considerasse cinque volte migliore di Meddle, o otto volte migliore di Atom Heart Mother, oppure lo valutasse per il numero di copie che esso ha di fatto venduto. È stato... non solo un buon album, ma anche nel posto giusto al momento giusto. »
(Nick Mason[98])
The Dark Side of the Moon divenne uno degli album più venduti di tutti i tempi,[99] (senza contare raccolte e colonne sonore), ed è tra le prime 25 posizioni degli album più venduti negli Stati Uniti d'America.[56][100] Anche se la permanenza al primo posto durò solo sette giorni, è tuttora presente nella Billboard 200 con 773 settimane di permanenza[101] (di cui 741 consecutive),[10] alle quali si sommano le 986 settimane nella Top Pop Catalog Albums, anch'essa a cura di Billboard, introdotta nel marzo 1991.[102][103] Nel Regno Unito è il sesto album più venduto di tutti i tempi.[104]
Negli Stati Uniti il vinile uscì prima dell'istituzione del disco di platino del 1º gennaio 1976. Fu premiato quindi con un solo disco d'oro fino al 16 febbraio 1990, quando gliene furono certificati altri 11 in platino. Il 4 giugno 1998 la Recording Industry Association of America (RIAA) ne assegnò altri 4, facendogli raggiungere quota 15.[56]
I singoli Money e Time, in un arco di 12 mesi conclusosi il 20 aprile 2005, sono stati riprodotti nelle radio statunitensi rispettivamente 13.731 e 13.723 volte.[99] Secondo fonti provenienti dall'industria discografica le vendite totali in tutto il mondo ammontano a 45 milioni di copie.[12] Anche nelle settimane più "piatte" vengono vendute in media tra le 8.000 e le 9.000 copie,[99] con un totale di 400.000 nel 2002, risultando così il 200º album più venduto di quell'anno, quasi trent'anni dopo la sua pubblicazione. Secondo un articolo del Wall Street Journal del 2 agosto 2006, nel 1991 furono venduti 7,7 milioni di dischi nei soli Stati Uniti.[105]
Nel 2003, anno di pubblicazione dell'edizione ibrida in CD e SACD, raggiunse nuovamente il primo posto delle classifiche Billboard con 800.000 copie vendute negli Stati Uniti.[56] Nella settimana del 5 maggio 2006 The Dark Side of the Moon raggiunse un totale di 1.500 settimane in classifica, tenendo conto delle liste Billboard 200 e della Pop Catalogue Charts.[68] Si stima che uno statunitense su quattordici sotto i 50 anni possegga, o abbia posseduto, una copia dell'album.[56]
Certificazioni [modifica]
Nazione Certificazione Vendite Data ultima certificazione Note
Australia[106] 11× Platino 770.000+
Austria[107] 2× Platino 60.000+ 15 maggio 2003
Canada[108] 2× Diamante 2.000.000+ Marzo 2003
Germania[109] 2× Platino 400.000+ 1993
Polonia[110] Platino 20.000+ 29 ottobre 2003
Regno Unito[111][104] 9× Platino 3.956.177 al 14 giugno 2009 15 aprile 2005 Sesto album più venduto nel Regno Unito[112]
RIAA U.S.A.[113] 15× Platino 15.000.000+ 6 aprile 1998
Soundscan U.S.A.[114] 8.360.000+ Dal 1991 al febbraio 2007
Classifiche [modifica]
Nazione Classifica Massima posizione
Regno Unito UK Albums Chart[9] 2
Stati Uniti U.S. Billboard LPs & Tapes[9] 1
Australia ARIA Charts[115] 11
Belgio Ultratop 50 Albums (Fiandre)[115] 42
Belgio Ultratop 50 Albums (Vallonia)[115] 28
Canada RPM 100 Albums[116] 1
Finlandia Suomen virallinen lista[115] 10
Francia Syndicat National de l'Édition Phonographique[115] 94
Italia Federazione Industria Musicale Italiana[115] 2
Nuova Zelanda RIANZ Top 40 Albums[115] 1
Norvegia VG-lista Topp 40[115] 2
Paesi Bassi Mega Album Top 100[115] 30

Eredità [modifica]

Il successo di The Dark Side of the Moon portò improvvisa ricchezza a tutti i membri del gruppo; Rick Wright e Roger Waters si comprarono grandi case di campagna, e Nick Mason divenne un collezionista di auto di lusso.[117] Parte del ricavato fu investito nella produzione del film Monty Python e il Sacro Graal.[118]
Alan Parsons ottenne una nomination al Grammy Award per il Grammy Award for Best Engineered Album, Non-Classical[119] e iniziò una carriera da musicista di successo. Al contrario di Waters e Gilmour, per Mason il suo contributo nell'album fu molto importante.[120] Nel 2003 Parsons commentò: «Credo che tutti pensassero che il resto della mia carriera dipendesse da Dark Side of the Moon, il che è in parte vero. Ogni tanto, tuttavia, mi rendo conto con frustrazione che loro fecero non so quanti milioni, al contrario di tante altre persone coinvolte nel disco.» (Lo stipendio di Parsons durante le registrazioni ammontava a 35 sterline a settimana).[121]
« Mi ha cambiato sotto molti aspetti, perché portò un sacco di soldi, e uno si sente molto sicuro quando può vendere un album per due anni. Ma non ha cambiato il mio atteggiamento verso la musica. Anche se ottenne così tanto successo, era stato composto nello stesso modo in cui avevamo fatto tutti gli altri, e l'unico criterio che abbiamo riguardo alla pubblicazione della musica è se ci piace o meno. Non è stato un deliberato tentativo di produrre un album commerciale. È successo e basta. Sapevamo che conteneva molta più melodia dei precedenti, e un concetto che lo percorreva dall'inizio alla fine. La musica era più facile da assorbire e il supporto di voci femminile aggiunse quel tocco commerciale che nessuno dei nostri dischi aveva mai avuto. »
(Richard Wright[122])
The Dark Side of the Moon appare frequentemente nelle classifiche dei migliori album di sempre. Nel 1987 Rolling Stone lo collocò al 37º posto della sua "Top 100 Albums of the last 20 years"[123], e sedici anni dopo al 43º nella sua lista dei 500 migliori album di tutti i tempi.[124][125] Nel 1997 The Guardian, con la collaborazione di vari artisti e critici musicali, pubblicò un elenco dei 100 migliori album di sempre, inserendo quello dei Pink Floyd al 37º posto.[126] Nel 2006 risultò il preferito dagli ascoltatori di Australian Broadcasting Corporation.[127] Secondo un articolo del 2006 di The Observer è il 29º album più influente della storia della musica;[128] è stato inserito anche al secondo posto della lista Definitive 200 Albums of All Time, stilata dalla National Association of Recording Merchandisers «in onore della forma d'arte del disco».[129] Con un sondaggio online, venne eletto ottavo migliore di tutti i tempi secondo i lettori di New Musical Express,[130] mentre nel 2009 gli ascoltatori di Planet Rock lo nominarono migliore in assoluto.[131]
Parte dell'eredità di The Dark Side of the Moon è composta dall'influenza sulla musica moderna, i musicisti che hanno eseguito cover delle sue canzoni, e anche da leggende metropolitane moderne. La sua pubblicazione è spesso considerata un punto di svolta nella storia della musica rock, e spesso i Pink Floyd vengono accostati ai Radiohead, in particolare il loro album OK Computer del 1997, che è stato definito il Dark Side of the Moon degli anni novanta per il loro tema comune: la perdita della capacità creativa dell'individuo per avere uno scopo nel mondo moderno.[132][133][134]
Covers e tributi [modifica]


Locandina de Il mago di Oz del 1939.
Una delle reinterpretazioni più famose di The Dark Side of the Moon è Return to the Dark Side of the Moon: A Tribute to Pink Floyd, pubblicato nel 2006, che vede coinvolti artisti come Adrian Belew, Tommy Shaw, Dweezil Zappa e Rick Wakeman.[135] Nel 2000 la band The Squirrels pubblicò The Not So Bright Side of the Moon, anch'esso una cover dell'intero album;[136][137] nel 2003, il collettivo reggae newyorchese Easy Star All-Stars pubblicò Dub Side of the Moon;[138] il gruppo Voices on The Dark Side ne ha realizzato una versione a cappella,[139] mentre la band Poor Man's Whiskey lo esegue spesso in stile bluegrass, chiamando lo spettacolo Dark Side of the Moonshine.[140] Nel 2004 fu realizzata una particolare reinterpretazione con un quartetto d'archi.[141]
Nel 2009 anche i Flaming Lips, in collaborazione con Stardeath and White Dwarfs e con Henry Rollins e Peaches, pubblicarono il loro rifacimento, intitolato The Flaming Lips and Stardeath and White Dwarfs with Henry Rollins and Peaches Doing The Dark Side of the Moon.[142]
Diversi artisti celebri hanno eseguito l'album dal vivo nella sua interezza: la rock-band Phish semi-improvvisò una rappresentazione per intero durante il loro spettacolo del 2 novembre 1998 a West Valley City,[143] mentre il gruppo progressive metal dei Dream Theater lo ha eseguito due volte durante i loro concerti.[144]
Dark Side of the Rainbow [modifica]
Dark Side of the Rainbow, o The Dark Side of Oz, sono due termini comunemente usati per riferirsi a voci che circolano su Internet da almeno quindici anni, secondo le quali The Dark Side of the Moon fu composto come colonna sonora del film Il mago di Oz del 1939. Gli osservatori che hanno riprodotto il film e il disco contemporaneamente hanno notato apparenti sincronie, come nel caso in cui Dorothy inizia a correre non appena la band canta no one told you when to run ("nessuno ti ha detto di correre").[145] Sia David Gilmour che Nick Mason hanno negato una connessione tra le due opere, e Roger Waters ha definito "divertenti" le voci a riguardo.[146] Alan Parsons ha dichiarato che il film non è stato neanche menzionato durante la produzione dell'album.[147]

Tracce [modifica]

Lato A[148]
  1. Speak to Me – 1:30 (Mason)
  2. Breathe – 2:43 (Waters, Gilmour, Wright)
  3. On the Run – 3:30 (Gilmour, Waters)
  4. Time + Breathe (Reprise) – 6:53 (Mason, Waters, Wright, Gilmour)
  5. The Great Gig in the Sky – 4:15 (Wright, Torry)
Durata totale: 18:51
Lato B[148]
  1. Money – 6:30 (Waters)
  2. Us and Them – 7:34 (Waters, Wright)
  3. Any Colour You Like – 3:24 (Gilmour, Mason, Wright)
  4. Brain Damage – 3:50 (Waters)
  5. Eclipse – 1:45 (Waters)
Durata totale: 23:03

Formazione [modifica]

Pink Floyd[149]
Altri musicisti[149]
  • Dick Parrysassofono in Money e Us and Them
  • Clare Torry – voce in The Great Gig in the Sky, voce d'accompagnamento
  • Lesley Duncan – voce d'accompagnamento
  • Barry St. John – voce d'accompagnamento
  • Liza Strike – voce d'accompagnamento
  • Doris Troy – voce d'accompagnamento
Produzione[149]
  • Alan Parsonstecnico audio
  • Peter James – tecnico assistente [150]
  • Chris Thomas – consulente del missaggio
  • George Hardie – illustrazioni
  • Hipgnosis – grafica, fotografia
  • Jill Furmanovsky – fotografia
  • James Guthrie – supervisore del remastering nelle edizioni del ventesimo e trentesimo anniversario, missaggio in 5.1 nell'edizione del trentesimo anniversario
  • Doug Sax – remastering nelle edizioni del ventesimo e trentesimo anniversario
  • David Sinclair – note di copertina nella riedizione in CD
  • Storm Thorgerson – grafica
  • Drew Vogel – fotografia nella riedizione in CD

Edizioni [modifica]

Note [modifica]

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  2. ^ a b c d e f g h i j k l m n o (DVD). Eagle Rock Entertainment, 26 agosto 2003.
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  20. ^ Mason, op. cit., p. 166.
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  24. ^ "Follia" in inglese si può anche dire lunacy; da qui il riferimento alla Luna.
  25. ^ Schaffner, op. cit., p. 159.
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  30. ^ Harris, op. cit., pp. 91–93.
  31. ^ Povey, op. cit., p. 159.
  32. ^ Mason, op. cit., p. 168.
  33. ^ Schaffner, op. cit., p. 157.
  34. ^ Povey, op. cit., pp. 164–173.
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  148. ^ a b La durata dei pezzi è quella della versione originale in vinile.
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  150. ^ Chiamato erroneamente Peter Jones nelle prime stampe statunitensi del vinile.

Bibliografia [modifica]





http://www.fileserve.com/file/acpJuRW/The Dark Side Of The Moon-PINK FLOYD_Live.avi










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